Fact checking
COVID-19: gli italiani alle prese con l’Amuchina e il gel disinfettante casalingo “contro il coronavirus”
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2020-02-24
Arriva il coronavirus, finiscono i gel lavamani e l’italiano, orgogliosamente autarchico e maestro nell’arte di arrangiarsi, rispolvera la scatola del piccolo chimico che gli aveva regalato nonno tanti anni fa. Ma rimedi così “estremi” non servono: lavatevi bene (e spesso!) le mani, evitate di toccarvi occhi, naso e bocca con le mani non lavate e non avrete problemi
Se c’è un effetto, diffuso e distribuito su tutto il territorio nazionale, del nuovo coronavirus è la caccia ai disinfettanti lavamani in gel. Al momento, così come per le mascherine, le scorte sembrano essere esaurite ovunque, anche al di fuori delle aree dove si sono registrati i casi di infezione. Essendo un popolo di santi, navigatori e piccoli chimici gli italiani alle prese con il coronavirus e il panico creato dalle notizie sulla diffusione di COVID-19 hanno “scoperto” come ovviare alla cronica mancanza di gel disinfettanti lavamani e altri prodotti per la pulizia.
Ha senso farsi il gel lavamani o “l’Amuchina” in casa?
Alla questione si è aggiunta la polemica per la “speculazione” da parte di alcuni negozi di ecommerce che hanno messo in vendita un noto gel disinfettanti (l’Amuchina gel) a cifre esorbitanti. Ecco quindi che su Facebook hanno cominciato a circolare le prevedibili ricette “fai da te” su come farsi in casa l’Amuchina. I messaggi iniziano più o meno tutti con lo stesso tono confidenziale “ve lo dico da chimico”. Poi che l’autore del messaggio sia davvero un chimico nessuno lo sa, perché nella girandola di condivisioni e nuovi post non si sa più nemmeno chi sia l’autore originale. E di certo la pagina Facebook che generalmente si occupa di ricette della nonna non è gestita da un PhD in chimica.
Sono più o meno tutte simili, si parte dall’acqua, si aggiunge una quantità più o meno varia di sale grosso e una piccola di candeggina, si mescola il tutto e si ottiene un prodotto che viene presentato com Amuchina, che appunto è solo il nome commerciale di una vasta gamma di prodotti a base di cloro (e la candeggina contiene appunto ipoclorito di sodio). Secondo il Ministero della Salute per pulire le superfici (non le persone, non gli alimenti) è sufficiente utilizzare disinfettanti a base di cloro o alcol.
Non c’è scritto da nessuna parte che è necessario lavarsi le mani con l’Amuchina o con una soluzione di candeggina. Per ridurre le possibilità di un contagio è sufficiente lavarsi bene le mani con un qualsiasi sapone. E magari farlo spesso, non una volta al giorno. Le mani vanno lavate con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol al 60%. Anche perché – spiega Dario Bressanini su Le Scienze – il tempo medio necessario a lavarsi le mani non è sufficiente per far agire i prodotti detergenti a base di cloro che richiedono un tempo di azione più lungo (motivo per cui vanno benissimo sulle superfici). In tutto questo la formula è corretta? Sì, ma è quella «che viene venduta per lasciare a bagno la verdura per molti minuti, che NON SERVE per lavarsi le mani». Diverso è il discorso per il famoso gel lavamani battericida (sempre prodotto da Amuchina) per il quale già da tempi non sospetti esistono ricette online di emulazione e che invece utilizza altri ingredienti come acqua ossigenata al 3%, glicerina (glicerolo) al 98%, acqua distillata e soprattutto alcol etilico al 96%. La ricetta giusta è disponibile sul sito dell’OMS ma è evidente che imbarcarsi nella produzione casalinga di un semplice gel lavamani la cui efficacia per l’uso quotidiano può essere sostituita da una formula semplicissima come “acqua e sapone” forse è una reazione esagerata.
Come per l’uso delle mascherine, che servono soprattutto ad evitare di diffondere i patogeni anche il gel disinfettante ha una sua utilità. A proposito della carenza momentanea il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha dichiarato «sul web, sui siti di e-commerce, stiamo assistendo a speculazioni assurde con i prodotti a costi fuori da ogni logica» (ma è anche possibile che tutto sia frutto dell’algoritmo automatico di alcuni negozi online come Amazon). Mentre Paola Minghetti dell’Università degli Studi di Milano, presidente della Società italiana farmacisti preparatori ha dichiarato che «attualmente è allo studio la possibilità di produrre questi gel nei laboratori di galenica delle farmacie: i laboratori della farmacie di comunità e di quelle ospedaliere sono in grado di allestire questi prodotti».
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