Politica
Gli altri sette “amici” di Di Maio rimasti nei suoi ex ministeri
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-15
Paolo Bracalini sul Giornale nota oggi che i componenti degli staff di Di Maio quando era ministro del Lavoro e dello Sviluppo nel governo Conte One sono rimasti nei due ministeri che il Capo Politico del M5S ha voluto per altri esponenti grillini
Ieri abbiamo raccontato dell’articolo del Giornale in cui si raccontavano gli stipendi d’oro dello staff di Di Maio alla Farnesina. Oggi Paolo Bracalini nota che i componenti degli staff di Di Maio quando era ministro del Lavoro e dello Sviluppo nel governo Conte One sono rimasti nei due ministeri che il Capo Politico del M5S ha voluto per altri esponenti grillini. Di solito ogni ministro si porta i suoi, ma evidentemente stiamo parlando di professionalità talmente alte che sia Patuanelli che Catalfo non hanno voluto privarsene.
Come vicecapo di gabinetto del ministro Patuanelli ritroviamo infatti l’ex vice capogabinetto di Di Maio, il già deputato grillino Girgis Sorial, trombato alle elezioni 2018 e subito riciclato come luminare delle crisi aziendali visto che fa il consulente aziendale. È infatti Sorial che guida i tavoli di lavoro sulle imprese in crisi, circa 160 situazioni aperte e ancora in alto mare, da Whirlpool, Mercatone Uno a Pernigotti fino a Ilva, con in tutto 250mila posti di lavoro che ballano. Tranquilli ci lavora sempre Sorial, per 160mila euro annui.
Il suo capo, Vito Cozzoli, era stato allontanato dal Mise da Calenda e richiamato da Di Maio. Anche Cozzoli è sempre «Capo di Gabinetto del Ministro». E sempre nel ministero che fu di Di Maio c’è ancora Assia Montanino, 27enne originaria di Pomigliano d’Arco, chiamata da Luigino come «Segretario particolare del Ministro». Un salto di carriera fulminante per la giovane laureanda in Economia con esperienza lavorativa pari a zero al di fuori della militanza con il M5s (si candidò anche a Pomigliano nel 2015). È rimasta al Mise, con la qualifica di «Capo della Segreteria del Ministro dello sviluppo economico».
Assunta Montanino detta Assia era già finita nelle polemiche lo scorso anno proprio in questo periodo, così come Enrico Esposito.
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Per la serie giovani campani alla conquista dei ministeri c’è anche Daniel De Vito,classe 1985, da Avellino, già collaboratore del gruppo M5s alla Camera, con Patuanelli è rimasto «Capo della Segreteria tecnica del Ministro», e quiparato ad un dirigente di prima fascia con 149mila euro di stipendio. Ancora nel giglio vesuviano del Mise c’è un altro amico di Di Maio, Enrico Esposito, originario di Acerra, ex compagno di università di Luigino, da lui chiamato a Roma come capo del legislativo, anche lui equiparato ad un dirigente con 150mila euro di stipendio.
Riconfermato anche un altro uomo di Di Maio, Giorgio Chiesa, curiosamente non di origini campane, che ha mantenuto il ruolo di «Capo Ufficio Stampa del Ministro», 100mila euro l’anno. Ma anche al ministero del Lavoro ci sono i Di Maio’s. Qui il nome è quello di Luigi Falco, napoletano, ex staff di Luigino quand’era vicepresidente della Camera, poi portato al Lavoro come Capo Ufficio Stampa, lì è rimasto pure con la ministra Nunzia Catalfo (M5s).
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