Perché Acea chiude i nasoni di Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-30

Per far fronte all’emergenza idrica Acea accoglie la proposta del ministro Galletti e chiuderà le storiche fontanelle. Ma secondo molti la misura è inutile e danneggerà le persone che vivono ai margini della società. Vediamo chi ha ragione

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Roma ha deciso di spegnere i nasoni. Per ridurre gli sprechi ed evitare di dover aumentare i prelievi dal lago di Bracciano ACEA darà il via da lunedì ad un piano di chiusura delle fontanelle pubbliche. Al ritmo di trenta al giorno i nasoni verranno progressivamente chiusi per far fronte all’emergenza idrica. L’obiettivo è quello di controllare quale effetto produrrà la chiusura delle fontanelle sulla pressione del sistema idrico della Capitale. Si tratta di una misura già proposta nei giorni scorsi dal ministro dell’Ambiente Galletti.

Perché Acea chiude i nasoni della capitale?

Alla proposta di Galletti aveva replicato la consigliera capitolina Annalisa Bernabei che aveva detto che piuttosto che chiudere i nasoni sarebbe stato meglio investire sulle reti. Reti che nel caso della Capitale sono date in gestione alla multiutility romana partecipata dal Comune di Roma. E sarà proprio il Comune a dover ratificare il piano di chiusura delle storiche fontanelle romane. La chiusura sarà però graduale e temporanea, dei 2.500 nasoni della capitale ne rimarranno aperti almeno un’ottantina, quelli che si trovano lungo le strade e le aree maggiormente trafficate dai turisti.
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Dopo la piuttosto inutile ordinanza della sindaca che invitava a non lavare le auto per risparmiare acqua anche la soluzione proposta da Acea è più un palliativo che una vera e propria soluzione. Le oltre 2.000 fontanelle storiche della Capitale infatti rappresentano complessivamente appena l’1% dell’acqua immessa in rete. Acea ha reso noto che ogni due o tre giorni verrà effettuato un controllo dell’efficacia dello spegnimento.

L’impatto sociale della chiusura dei nasoni

Misura che però ha suscitato molte perplessità. Soprattutto tra chi teme che questa misura possa danneggiare le persone che vivono ai margini della società e per le quali i nasoni sono una delle poche fonti di approvvigionamento idrico. Nella calura di luglio è facile immaginare quali problemi questo possa comportare. Anche l’Associazione 21 luglio denuncia come la chiusura dei nasoni avrebbe un impatto devastante sui circa 10 mila indigenti che vivono in città. Secondo Associazione 21 luglio «bloccare l’acqua delle fontanelle significherebbe negarne l’accesso ai circa 10 mila indigenti che vivono nella Capitale, persone “invisibili” di cui tendiamo a dimenticare l’esistenza e i bisogni ma che continuano a esistere, nonostante tutto».
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Meglio sarebbe invece intervenire sulla rete idrica per riparare le perdite. In alternativa si potrebbero installare dei rubinetti sui nasoni, misura che però secondo alcuni non è destinata ad avere successo. Ed è un peccato che in questa situazione il Comune di Roma abbia anche deciso di sfrattare per l’ennesima volta il Coordinamento Romano del Forum dell’Acqua pubblica che aveva sede al Rialto. Nella città della partecipazione dal basso a 5 Stelle certamente il Forum dell’Acqua avrebbe saputo dare dei validi contribuiti per aiutare il Comune – che siede nel Cda di Acea – nella gestione delle risorse idriche.
Foto copertina via Twitter.com

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