La A.S. Roma da Pallotta a Friedkin

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-11

Le cifre dell’affare: 510 milioni di dollari compreso l’aumento di capitale da 130 milioni visto che il 100% della Roma è valutato un miliardo

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La A.S. Roma sta per passare di proprietà: da James Pallotta a Dan Friedkin. Lo scrive oggi Matteo Pinci su Repubblica, che spiega come tra le due parti la trattativa sia ormai ristretta alle cifre dell’affare: 510 milioni di dollari compreso l’aumento di capitale da 130 milioni visto che il 100% della Roma è valutato un miliardo.

Se Pallotta è arrivato al punto di cedere è proprio perché le cifre di cui si parla sono irrinunciabili. Ma anche a causa del progetto stadio: immaginato per incrementare i ricavi e sfidare la Juve, si è trasformato in elemento di frustrazione bruciante. Dal gennaio 2018, l’iter si è impantanato, impedendo di arrivare al via libera alla costruzione. Ma lungo la strada sono comparsi ostacoli imprevedibili: la caduta del sindaco Marino, che con Pallotta aveva impegnato la propria parola, poi il commissariamento del Comune, la riforma totale del progetto imposta dalla giunta Raggi, gli arresti del costruttore Parnasi, proprietario dell’area su cui lo stadio deve sorgere, e del presidente del consiglio comunale De Vito (entrambi scarcerati, oggi).

Gli ottimisti dicono che tra Natale e gennaio arriverà il via libera all’inizio dei lavori per la casa della Roma: tardi però. Più che per Pallotta, per gli investitori alle sue spalle. Che a 5 anni dalla presentazione del progetto stadio in Campidoglio, hanno detto stop: «È ora di rientrare». Che Pallotta non abbia rilevato per 120 milioni l’area dello stadio è un altro segnale della volontà di farsi da parte.

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Lo stadio della Roma a Tor di Valle (Il Messaggero, 21 marzo 2019)

Il terreno di Tor di Valle lo acquisterà invece il miliardario ceco Vitek, come anticipato dal Sole 24 Ore qualche giorno fa:

Ma per quanto i tempi siano assimilabili, è operazione del tutto scollegata dal probabile acquisto della Roma da parte di Friedkin. Uno che le cose ama farle in prima persona: acquista vecchi aerei da guerra da restaurare, ma poi ama pilotarli. Investe in produzioni cinematografiche, ma dietro la macchina da presa va lui (ha diretto e prodotto il film Lyrebird).

Anche a Roma scenderà in campo in prima persona. Affidando il club al figlio Ryan, con lui durante la visita romana di novembre, in cui tra i tanti incontri ha ricevuto anche Francesco Totti, bandiera a cui non dispiacerebbe affatto tornare. Ai dirigenti attuali chiederà invece di gestire la transizione: quanto a lungo è impossibile dirlo.

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