Ma Zaia che oggi dice che il Veneto è Covid-free è lo stesso che ieri voleva il TSO per gli untori?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-04

Il presidente della Regione Veneto annuncia che l’imprenditore vicentino del focolaio Laserjet sarà segnalato alla procura. Ma poi ridimensiona l’allarme che lui stesso ha lanciato ieri e risponde acidamente a Crisanti senza nominarlo

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Il paziente serbo 0 che ha contagiato l’imprenditore vicentino sembra sia deceduto mercoledì: lo ha detto oggi nel corso della conferenza stampa sull’emergenza Coronavirus il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, presente il direttore dell’Ulss berica, annunciando anche che una segnalazione sarà presentata alla Procura di Vicenza per valutare eventuali profili di colpevolezza da parte della persona che pur sapendo di essere positivo ha diffuso il contagio in Veneto.

Ma Zaia che oggi dice che il Veneto è Covid-free è lo stesso che ieri voleva il TSO per gli untori?

Resta intanto in terapia intensiva in gravi condizioni l’imprenditore vicentino della Laserjet di Pojana Maggiore, mentre i quattro veneti che hanno viaggiato nella stessa auto al rientro dalla Serbia “non avevano addosso la mascherina” secondo quanto detto oggi dallo stesso Zaia. Il governatore poi si è fatto sibillino mentre ha cercato di minimizzare la situazione dopo l’allarme di ieri: “Ieri abbiamo parlato di un cluster, di un focolaio, con 5 positivi. Nonostante qualcuno abbia buttato benzina sul fuoco, ricordo che abbiamo importato il virus da una persona che è andata in Serbia e ce lo ha riportato”. Chi è che ha buttato benzina sul fuoco secondo Zaia? Probabilmente Andrea Crisanti, che in un’intervista a La Stampa ha chiamato in causa Palù e Rigoli, consiglieri del governatore per l’emergenza che hanno firmato il documento di qualche giorno fa in cui si parlava di virus non più così grave. Crisanti ha fatto sapere anche che non viene più consultato: «Per quanto faccia ancora parte del comitato tecnico veneto non vengo consultato. Davvero non vorrei polemizzare, prima avevo un rapporto privilegiato con Zaia, ora non è più così e lui si rivolge ad altri».

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La ricostruzione degli spostamenti del manager della Laserjet (Corriere della Sera, 4 luglio 2020)

Il governatore ha fatto un passo indietro anche sulla stretta per i controlli: “Ieri ho annunciato che lunedì farò un’ordinanza per un controllo ancora più efficace dell’isolamento dei positivi e dei loro contatti stretti, ma non ho parlato di restrizioni rispetto alla libertà dei cittadini”. Poi ha fatto sapere che “la regione non ha facoltà di introdurre contravvenzioni autonomamente, ma mutua le leggi nazionali previste dal Dpcm”, ha spiegato tornando a ribadire che “la regione non ha tanti poteri per l’utilizzo del Tso o l’introduzione del penale per la mancata osservanza dell’isolamento fiduciario. Ne ho parlato con il ministro Speranza e anche con il viceministro Sileri perché questi sono temi da affrontare a livello nazionale. Il ministro ha convenuto con me che il tema del ricovero obbligatorio, in casi estremi come quello avvenuto (dell’imprenditore di Vicenza ndr) è un tema da affrontare e da approfondire”. Questo perché “la novità, non irrilevante, è che abbiamo 118 stranieri coinvolti in focolai in Veneto. Ci portiamo quindi il virus da fuori. Ed è quindi fondamentale, senza creare allarmismi, stabilire regole di reciprocità con gli altri paesi, questo per tutelare la salute dei cittadini italiani e stranieri”.

Zaia e il Coronavirus importato

Zaia ha spiegato che ad esempio “c’è il bollino rosso per i paesi del Nord Africa dove ci sono focolai importanti. e la novità è quella dei Balcani con il lockdown a Belgrado: i nuovi focolai dei Balcani sono un tema che va affrontato”, ha sottolineato. Poi è tornato a frenare sull’allarme di ieri: “Tutti noi qui in veneto viviamo ‘della pagnotta’ non possiamo permetterci e non possiamo mettere a ferro e fuoco i nostri operatori, le nostre aziende, facendo passare l’idea, a livello nazionale, che qui è tornato il Vietnam dal punto vista sanitario. Assolutamente no. Siamo a contagio praticamente zero secondo i dati”, ha concluso.

zaia salvini

Intanto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Andrea Martella in una nota riepiloga le tante posizioni di Zaia in questi mesi: “Una cosa è evidente: Zaia è caduto in uno stato confusionale. Per settimane il suo punto stampa è stato un rito autocelebrativo, segnato da un crescente ‘liberi tutti’. Una corsa incomprensibile, culminata nella cancellazione del limite di capienza nei mezzi di trasporto. Da metà aprile Zaia ha minimizzato ogni rischio, a dispetto delle indicazioni del comitato tecnico scientifico, della prudenza del governo nazionale e dell’evidenza che il virus, a livello globale, non conosce frontiere. Arrivando persino – aggiunge il sottosegretario dem – ad emarginare quegli stessi autorevoli consiglieri di cui si era fatto forte per una sua visibilità nazionale”. Martella annota come “nelle ultime ore Zaia è passato dalla minaccia di Tso e dall’invocazione del carcere, a non meglio precisate misure restrittive. E dai toni allarmistici sul pericolo di schianto a quelli rassicuranti di oggi, che riconsegnano l’immagine di un Veneto Covid-free. Oscillazioni che non aiutano affatto i cittadini e l’economia. Siamo di fronte ad una sorta di sovranismo su scala regionale che può avere effetti collaterali pericolosi per la nostra comunità. Noi non speculeremo – conclude Martella – su certe superficialità: ma tacerle sarebbe altrettanto colpevole”.

In copertina: immagine da Il Veneto che vogliamo

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