I tagli di Virginia Raggi agli asili nido per assumere insegnanti di religione

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-02

Agli asili nido comunali di Roma servirebbero almeno 300 educatori ed educatrici da inserire in organico. La giunta capitolina però taglia 50 posti di lavoro per far spazio agli insegnanti di religione della scuola dell’infanzia.

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Da quando si è insediata, nel giugno 2016, Virginia Raggi ha una relazione complicata con gli asili nido. Una delle prime mosse della sindaca di Roma fu quella di annunciare l’assunzione di mille maestre d’asilo. Una vicenda che a settembre non si era però ancora conclusa. Poi è venuta la volta della delibera pensata per risolvere il problema dei posti vacanti negli asili comunali a gestione diretta. La decisione della giunta pentastellata ha scatenato una guerra tra maestre, cooperative e famiglie che sono scese in piazza per protestare.

Il comune taglia 50 posti di lavoro per far spazio agli insegnanti di religione

La situazione è destinata a complicarsi alla luce di una recente delibera. Il 7 aprile la giunta capitolina ha emanato la delibera numero 53 che dispone l’assunzione di 50 insegnanti di religione cattolica per la scuola dell’infanzia. La delibera infatti istituisce la figura professionale di “Insegnante della Religione Cattolica”. Contestualmente però, per far spazio alle nuove assunzioni, il Comune lascerà a casa 50 educatrici.
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La responsabilità non è tutta della giunta Raggi: per legge infatti l’insegnamento della religione cattolica deve essere impartito anche ai bambini nella fascia d’eta tra i tre e i sei anni. In una nota l’assessora alla scuola Laura Baldassarre ricorda che in questo modo il Comune pone fine “a una situazione di irregolarità che Roma Capitale si trascina da anni e che ha causato diversi contenziosi”. Ma la decisione non ha mancato di suscitare polemiche. C’è chi ha visto nella decisione l’ennesimo segnale di avvicinamento che il M5S manda Oltretevere.

Gli asili nido comunali rimangono sotto organico

Sinistra Italiana in un comunicato deplora la scelta della giunta di tagliare cinquanta posti di lavoro. Da un lato la Raggi vuole potenziare il servizio offerto dal Comune a discapito dei nidi convenzionati. Dall’altro però priva i nidi comunali degli operatori e delle operatrici che ci lavorano. Gli educatori che qualche settimana fa plaudevano alla decisione di puntare sul servizio pubblico di scuole per l’infanzia probabilmente si troveranno spiazzati da questa nuova delibera e annunciano assemblee e proteste.
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Il problema è che il Comune fino ad ora non aveva in organico il profilo di Insegnante della religione cattolica e per crearlo ha dovuto crearlo facendo posto tra gli assunti. Al di là delle questioni relative alla laicità dello Stato sulle quali poco può fare la giunta dalla delibera emerge il dato della carenza di organico di educatori ed educatrici. Teoricamente il Comune dovrebbe avere un organico di 3.050 educatori più gli insegnanti di religione. Di fatto però gli assunti in organico sono 2.646. La carenza per la funzione educativa primaria è pari a 404 unità. Con buona pace degli annunci roboanti fatti al momento dell’insediamento sulla stabilizzazione dei precari e delle precarie.

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