Il messaggio audio su Whatsapp del vigile positivo al Coronavirus

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-03-17

Il Corriere della Sera e Repubblica hanno pubblicato ieri il messaggio audio su Whatsapp di un presunto vigile del XI gruppo Marconi  che racconta di aver fatto il test del tampone risultato positivo per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19. Nel file audio, lunghissimo, il vigile esordisce dicendo “Io sto benissimo, molto meglio di quando ho …

Il Corriere della Sera e Repubblica hanno pubblicato ieri il messaggio audio su Whatsapp di un presunto vigile del XI gruppo Marconi  che racconta di aver fatto il test del tampone risultato positivo per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19. Nel file audio, lunghissimo, il vigile esordisce dicendo “Io sto benissimo, molto meglio di quando ho avuto altre influenze. Tanto che i medici mi hanno detto che potrei essere uno dei soggetti asintomatici, mi hanno fatto capire che se facessero il tampone a tutti gli italiani l’80-90% risulterebbe positivo. Loro, ma anche il medico curante, mi hanno detto che questa è una normalissima influenza e come tale va curata, l’unica differenza è che è molto contagiosa”. Come abbiamo spiegato, è pericoloso minimizzare la questione di COVID-19 riducendola a una “semplice influenza” anche perché proprio l’influenza nelle sue forme più gravi è una malattia di per sé molto pericolosa. Questo è un atteggiamento già di per sé pericoloso e visto che il vigile parla dei medici che glielo hanno detto, la cosa si commenta da sé. La persona dice poi di avere un principio di bronchite ma gli hanno detto di non fare nulla e non prendere nulla: il medico curante glielo ha confermato.

“Se peggiora devi prendere la tachipirina”, gli avrebbero detto sempre i medici. “La cosa che mi fa rabbia è che né io né la mia famiglia abbiamo fatto viaggi, mi sono messo la mascherina per andare al supermercato e mi sono beccato il virus in giro, perché mi hanno detto i medici che noi facciamo un lavoro a rischio. Io ho pensato a Candoni (dove c’è un campo rom, ndr), ho pensato a tutto”. E aggiunge: “Allo Spallanzani mi hanno chiesto se prendiamo precauzioni? Io ho risposto che abbiamo le mascherine. In realtà mercoledì erano finite. Non ce n’erano in ufficio. L’ho detto anche al collega di turno… io così non posso lavorare, non è corretto nei confronti tuoi e miei. Ora mi ritrovo positivo e non capite quanto mi faccia rabbia”. Infine: “L’unico motivo per cui devo chiamare il 118 è se non riesco a respirare, come se avessi fatto una scala in salita di corsa e alla fine devi parlare. Mi hanno detto di stare a casa e basta. Ho una rabbia dentro incredibile perché ho messo la mascherina per andare al supermercato e mi ritrovo così. Mi sono reso conto sulla mia pelle che c’è una percentuale altissima di noi che è positivo, non lo sa e ci convive”.

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