Bye bye vitalizi? Ecco tutti quelli che non sono stati toccati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-13

Massimo D’Alema, Fausto Bertinotti e Ciriaco De Mita erano erano stati indicati come esponenti di spicco della “casta” ai quali il M5S avrebbe ben presto tagliato i vitalizi. Ma per loro ed una sessantina di ex parlamentari di “lungo corso” non ci sarà nessun taglio. Anzi, con la proposta del M5S avrebbero avuto diritto ad un aumento dell’assegno mensile. Ecco chi sono i salvati da Fico

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Ricalcolati, non aboliti. Questa è la prima cosa da dire sui vitalizi degli ex deputati “cancellati” ieri dalla delibera dell’ufficio di Presidenza della Camera. I vitalizi propriamente detti sono infatti stati aboliti – per entrambi i rami del Parlamento – nel 2011. Rimanevano però attualmente in essere quelli percepiti da chi aveva esercitato un mandato parlamentare prima del 2011. Con l’approvazione delle modifiche alla disciplina in materia di trattamento previdenziale dei deputati cessati dal mandato il MoVimento 5 Stelle però ha voglia di festeggiare: bye bye vitalizi, è la parola d’ordine sui social.

Tutti quelli a cui il M5S avrebbe aumentato il vitalizio

Alla Camera, a partire dal 1 gennaio del 2019, entrerà in vigore il ricalcolo vengono ricalcolati 1.405 vecchi vitalizi. Di questi 1.240 sono quelli percepiti da ex parlamentari che avevano cessato il mandato prima del 2012 e 165 quelli ancora in carica al 1 gennaio 2012 (e ai quali è già stato applicato un sistema pro rata). Quel che conta è che la casta sia stata definitivamente, indubitabilmente sconfitta. Ma è così? A ben guardare la risposta è no. Perché su 1.405 ex parlamentari che percepiscono il vitalizio (e lo percepiranno fino a gennaio) il ricalcolo però riguarderà complessivamente
1.338 deputati. Tra questi c’è chi subirà una riduzione dell’assegno mensile tra il 40% e l’80%.

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Ci sono però 67 parlamentari “di lungo corso” che non subiranno alcun taglio. Perché con la proposta di ricalcolo dei vitalizi vedrebbero addirittura aumentare l’assegno. Si dirà, cosa sono 67 miseri ex parlamentari – con assegni che vanno dai diecimila euro (lordi) di Gianfranco Fini, Luciano Violante o Arnaldo Forlani agli ottomila di Arturo Parisi – di fronte ai 40 milioni di euro che la Camera risparmierà ogni anno dall’abolizione dei vitalizi? Probabilmente niente. Ma la questione dei vitalizi è più che altro simbolica.

Niente taglio per D’Alema, Bertinotti, De Mita e tanti altri

E visto che parliamo di “simboli” ecco che si scopre che il taglio dei vitalizi risparmierà tre dei quattro della Casta le cui foto erano state utilizzate dal M5S nel famoso sondaggio di qualche settimana fa. Tra i 67 miracolati del vitalizio, che non vedranno tagliato di un centesimo l’assegno ci sono proprio loro: Fausto Bertinotti, Massimo D’Alema e Ciriaco De Mita. In un certo senso quindi la Casta, quella simbolicamente rappresentata dalla “banda dei quattro” che veniva opposta ad un sorridente Roberto Fico, ha superato indenne la scure dei vitalizi. Ad esempio D’Alema con il ricalcolo sarebbe passato da 9.893,88 euro a 10.142,92 euro.

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Per evitare il problema la Camera ha previsto una clausola di salvaguardia prevede un tetto massimo, pari è quello dell’ultima “pensione” percepita. In questo modo ex deputati come Gerardo Bianco, Furio Colombo, Antonio Marzano, Giuliano Urbani o Vincenzo Visto (oltre a quelli già citati) continueranno ad incassare il vitalizio per intero, così come lo hanno percepito fino ad ora. Il motivo? Hanno versato così tanti contributi che con il ricalcolo (basato appunto sul sistema contributivo) avrebbero avuto diritto ad un aumento. Scriveva qualche giorno fa il Tempo:

secondo le tabelle degli uffici di Montecitorio, un ex deputato (i nomi sono stati cancellati) avrebbe un vitalizio aumentato di oltre il 100%, tre di quasi l’80%, altri tre del 60%, cinque del 50%, sei tra il 31 e il 40%. Undici ex onorevoli avrebbero un guadagno pari quasi al 30%, quindici del 20% e, infine, 22 di circa il 10%

Per fortuna negli uffici se ne sono accorti ed hanno messo un tetto massimo, equiparandolo all’ultimo assegno percepito. Certo fa sorridere che con il taglio dei vitalizi, a cui il M5S ha lavorato per tre mesi, si sarebbe finiti per dare ancora più soldi alla tanto odiata “casta”.

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E nel caso dei 67 deputati salvati da Fico non si trattava nemmeno di soldi “rubati” ma di contributi regolarmente versati. Insomma, D’Alema, simbolo della casta per eccellenza – che addirittura dovette subire le invettive del padre Di Battista durante una vacanza in barca – è più virtuoso di tanti altri.

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