Tutti i 20 parlamentari M5S che la Lega vorrebbe prendersi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-06

Il primo è Gianluigi Paragone. Poi segue una lunga lista di attenzionati

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Mario Ajello sul Messaggero oggi pubblica una lista di parlamentari del MoVimento 5 Stelle che sono “attenzionati” dalla Lega in vista di un passaggio di gruppo. Il primo nome è un classico: quello di Gianluigi Bombatomica Paragone, che aveva promesso le dimissioni in casi di accordo di governo tra M5S e PD ma poi ha cambiato idea:

Nella lista degli attenzionati ci sono svariati nomi e, come contromossa, lo stesso lavoro di verifica (quello può andare via? quell’altro come si può trattenere?) è in corso a parte dei vertici M5S. Che però sminuiscono: «Il malessere c’è ma nessuno si muoverà». Per ora, forse.Ma uno come Gianluigi Paragone – ex leghista – sembra sulla via del ritorno a casa. E dopo che il 9 ottobre verrà scelto il capogruppo M5S in Senato, alcuni degli sconfitti potrebbero non restare fermi a leccarsi le ferite. (…)

Nella commissione Bilancio della Camera, presieduta dal leghista no euro Borghi, un nome attenzionato dal Carroccio sarebbe, secondo le indiscrezioni,
quello di Marco Sodano, il grillino che è stato visto in piazza fuori da Montecitorio, nella manifestazione di Salvini e Meloni contro la nascita del Conte bis, ma si è giustificato «Sono qui solo per curiosità». Nella commissione Finanze di Montecitorio, viene cerchiato (magari solo come speranza ma i leghisti ci sperano assai) il nome Alvise Maniero: stellato del Veneto, uno di quelli che su Rousseau ha votato No all’accordo M5S-Pd («Questo abbraccio non ci farà bene») e non ha mai condiviso la linea anti-autonomie del Nord della ministra Lezzi nel passato governo.

20 parlamentari m5s

Raphael Raduzzi, altro veneto: e chissà se darà soddisfazioni ai salvinisti. Il Senato è luogo ancora più cruciale e la fisionomia più abbordabile è quella degli eletti nei collegi uninominali, spesso figure che con il grillismo hanno avuto poco o niente a che fare nella loro vita precedente. Eccone uno: Tiziano Fenu, sardo e trasversale, apprezzatissimo nella Lega con cui ha lavorato per esempio nel disegno di legge in favore dei commercialisti (categoria a cui appartiene).
O ancora: Tiziana Draga: è la senatrice, cattolica e madre di 4 figli, che a sorpresa andò sul palco del Convegno di Verona sulla famiglia, allestito dai leghisti
hard, e se n’è infischiata del proclama di Di Maio («Nessuno dei nostri andrà») e anche delle maledizioni sui social grillini: «Dimettiti!». Solo questi? Questi e altri. Il sogno di Salvini è arrivare a scipparne 20 a Conte e a Di Maio.

Per dimostrare che «la loro è stata solo una vittoria di Pirro». Ma bisognerà vedere se le cene e le scene di caccia leghista saranno – anche al di là dei nomi possibili o supposti – saranno davvero soddisfacenti.

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