Politica

Il fuoco amico di Marco Travaglio su Toninelli (e Delrio)

neXtQuotidiano 30/08/2019

Il direttore del Fatto boccia il ministro delle Infrastrutture perché è stato troppo buono con le grandi opere

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Marco Travaglio, che da qualche tempo è diventato un sostenitore giallorosso, oggi sul Fatto fa la sua lista dei ministri, o meglio consiglia qualche nome e ne boccia qualcun altro per il Conte Bis in arrivo.

Conte dovrà fare una sana raccolta differenziata. Tutti parlano del o dei vicepremier (carica inesistente nel nostro ordinamento) e dell’Interno, degli Esteri, dell’Economia. Ma non vorremmo si trascurassero i nodi delle InfraStrutture e dell’Ambiente, fondamentali per un governo che voglia imboccare la strade dell’economia green e circolare, con l’obiettivo dei rifiuti zero e delle energie rinnovabili. Lì un disarmo bilaterale sarebbe opportuno. Delrio, brava persona, non ha brillato (per usare un eufemismo) su grandi opere, concessioni autostradali e controlli su strutture pericolanti come il Ponte Morandi: meglio che si tenga alla larga.

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In particolare il direttore del Fatto usa gli stessi argomenti di Max Bugani per bocciare il povero Danilo Toninelli dopo il passante di Bologna “palata di merda”:

Idem Toninelli, non tanto per le gaffe, quanto perché a dispetto della retorica sul Partito del No ha detto fin troppi Sl: aopere inutili, costose, dannose e pure bocciate dalle analisi costi-benefici da lui stesso disposte. Grillo invoca grandi “esperti”: se insieme a Conte riuscisse a convincere Renzo Piano, Carlo Rubbia, Salvatore Settis o figure del loro calibro a mettersi in gioco perle politiche del territorio, del decoro, dell’energia e della cultura, si eviterebbero le solite facce ammuffite e tutti capirebbero il senso della parola “discontinuità”.

Invece chi ha già fatto bene, come Gentiloni agli Esteri, Minniti all’Interno, Di Maio al Lavoro, Bonafede alla Giustizia e pochi altri, dovrebbe completare l’opera. Dell’ultimo governo non tutto é da buttare. E neppure del penultimo.

Noi sul punto ribadiamo la nostra posizione: che governo sarebbe senza Toninelli?

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