Marco Travaglio e Conte che ha chiuso perché Fontana non aveva il coraggio di farlo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-22

«Quando tutto sarà finito, chi pretendeva “più autonomia ”dovrà spiegare perché in questo dramma apocalittico non ha esercitato neppure quella che già ha. Parafrasando Longanesi: meglio assumere un Bertolaso che una responsabilità»

article-post

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano oggi parla della chiusura totale delle attività produttive annunciata ieri da Giuseppe Conte per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 e del curioso atteggiamento di Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia, che ha continuato a chiedere al governo di intervenire senza fare nulla in prima persona:

Le partite di calcio, l’eventuale mutazione delvirus e le scemenze dei sindaci Sala e Gori su Milano e Bergamo da bere e da spritzare hanno fatto il resto, insieme agli stop and go della Regione, più sensibile a Confindustria che ai virologi. Ieri sera il governo ha fatto (addirittura su scala nazionale) ciò che Fontana e la sua giunta non avevano voluto fare. Dicevano sempre “non basta, vogliamo di più, chiudiamo tutto”, ma non facevano nulla.

La Regione – come tutte, responsabili esclusive della sanità pubblica – ne aveva i poteri. Ma il governatore mascherato preferiva buttare la palla a Roma chiedendo truppe inutili, esaltando pannicelli caldi come il Bertolaso Hospital (300 posti che si riempiono in mezza giornata), pretendendo dal governo i divieti che non aveva il coraggio di imporre lui. Ora le chiacchiere stanno a zero. I primi quattro decreti Conte hanno recepito le indicazioni degli scienziati e il quinto quelle dei sindaci bergamaschi e della giunta Fontana. Se la Lombardia, che sta all’Italia come Wuhan alla Cina, continuerà a dire che bisogna fare di più, lo faccia e la pianti con lo scaricabarile (altre regioni hanno già preso iniziative autonome, peraltro quasi tutte demenziali).

attività che continuano ad operare coronavirus
Le attività che continuano ad operare nell’emergenza Coronavirus

Da tempo la Cgil segnalava che ogni giorno si muovono per lavoro a Milano 300mila persone che non svolgono mestieri indispensabili, affollando vieppiù strade, autobus, metro, treni per pendolari e fabbriche. Eppure la Regione non ha fatto nulla: neppure chiedere al governo di chiudere uffici pubblici e aziende inessenziali, anche se a giudicare dal volume delle telechiacchiere quotidiane pareva il contrario. Quando tutto sarà finito, chi pretendeva “più autonomia ”dovrà spiegare perché in questo dramma apocalittico non ha esercitato neppure quella che già ha. Parafrasando Longanesi: meglio assumere un Bertolaso che una responsabilità.

Leggi anche: Coronavirus: cosa rimane aperto nell’Italia che chiude tutto

Potrebbe interessarti anche