La rivolta di Torre Maura contro Virginia Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-04

A Torre Maura, nel VI Municipio, distretto da 250mila abitanti, come Verona, i 5 stelle nel 2016 veleggiavano intorno all’80%. Oggi però non c’è lo stesso clima nei confronti di Raggi & Co.

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Ieri Virginia Raggi ha fatto sapere di aver aperto un’inchiesta interna per la vicenda di Torre Maura, dove 77 rom sono stati collocati e poi portati via dopo le proteste dei residenti e dell’estrema destra. La resa del Campidoglio, siglata al termine di una notte di trattative alla presenza dei residenti, prevede il trasferimento dei rom., compresi i 33 minorenni: gli ultimi arrivati, trasferiti nella struttura di via dei Codirossoni per lavorare a un reinserimento nel piano di superamento dei campi rom studiato dai 5S capitolini, hanno dovuto rifare i bagagli. I primi 18 sono stati portati via già ieri sera tra gli applausi dei residenti.

La rivolta di Torre Maura contro Virginia Raggi

La sindaca ha fatto sapere ieri che non esclude provvedimenti disciplinari nei confronti degli uffici amministrativi per la “gestione inqualificabile” dei trasferimenti. La decisione del trasferimento dei nuclei familiari nel centro accoglienza sarebbe avvenuta meramente sulla base di un iter amministrativo senza alcun input politico a livello municipale né tantomeno comunale e senza il coinvolgimento di altri enti o istituzioni competenti.

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Gli insediamenti dei rom a Roma (La Repubblica, 4 aprile 2019)

Dagli operatori sul posto trapela che per 9 ospiti è stata scelta l’area di Casalotti. Altre case famiglia che potrebbero essere utilizzate sarebbero sulla Cassia e in zona Pineta Sacchetti. La sindaca, invece, secondo il Messaggero ce l’ha con  Michela Micheli, la direttrice dell’Ufficio speciale “Rom, Sinti e Caminanti”, l’organismo, nato a luglio 2017 per volere della giunta grillina, che deve gestire la chiusura dei campi e il dislocamento delle famiglie.

Torre Maura, ex feudo M5S

A Torre Maura,nel VI Municipio, distretto da 250mila abitanti, come Verona, i 5 stelle nel 2016 veleggiavano intorno all’80%. Oggi però, racconta il Messaggero, non c’è lo stesso clima nei confronti di Raggi & Co.:

Non sono solo i rom, è anche l’autobus che non passa mai. È il 556 che da queste parti non si vedrà più, come si legge in un volantino che passa di mano in mano.«Per 450 famiglie la linea non farà più sei fermate. E come ci vanno a scuola i ragazzini? Come ci andiamo a lavoro?». È l’immondizia che trabocca dai cassonetti stracolmi. Infilata perfino nelle carcasse delle auto abbandonate. Vicino alle roulotte e ai camper dove vive chi una casa non ce l’ha più (quattro caravan parcheggiati solo davanti al mercato rionale, quasi tutte le serrande abbassate, per la crisi). «Ci vengono dagli altri quartieri, a scaricare la monnezza. Perché lì fanno il porta a porta e non hanno più i bidoni. Ma i netturbini non passano e allora la portano tutta qui. Come una discarica», spiega Tonino R., invalido «al cento percento, ho pure la 104».

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Foto da: Dagospia

Ci sono i giardini pubblici che potrebbero essere dei gioielli, ridotti invece a giungle impraticabili. «Dobbiamo far tutto da soli – racconta ancora Giuseppina – Chi taglia l’erba? Chi pulisce? Sono caduti sei alberi sull’area giochi per bambini, nessuno li ha portati via. Per un po’ se n’è occupato un signore, abitava qui vicino, poi si è stancato e se n’è andato. Anche i ragazzi, i profughi, davamo loro 5 euro e tagliavano l’erba, ora non lo fa nessuno». E la guerra contro i rom diventa l’unico scalpo che si può ottenere subito, perché sugli altri fronti sembrano esserci solo battaglie perse.

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