«Se trovate 20 miliardi per le penali possiamo anche fermare l’opera…»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-17

Come Giorgetti e Conte hann dovuto spiegare ai grillini che non si poteva fermare il gasdotto pugliese

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C’è un brutto rapporto tra Giancarlo Giorgetti e il MoVimento 5 Stelle alla base del nervosismo della maggioranza di governo. Il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio è il referente ufficiale di Matteo Salvini nel governo, ma è anche il portavoce del Quirinale e di Mario Draghi presso l’esecutivo. Per questo sta così antipatico ai grillini, e lui fa di tutto per ricambiarli. Racconta oggi Ilario Lombardo sulla Stampa:

È l’asse tra Giorgetti, il Colle e Mario Draghi, il presidente della Bce, che Di Maio teme e vorrebbe spezzare, per liberare dai cordoni della cautela la cosiddetta manovra del popolo. Sospetti che si sommano a sospetti, in una lunga lista di recriminazioni contro il sottosegretario travolto dal l’escalation grillina.

Il ponte di Genova, lo stop alla nazionalizzazione ostentata da Di Maio all’indomani della tragedia; le Olimpiadi, la diffidenza verso il progetto del leghista, e i suoi piani di Giochi diffusi; infine la battaglia sui conti per la manovra. Lo chiamano «il sabotatore», «l’amico delle Conf» , cioè tutte le confederazioni che lo hanno eletto a loro garanzia. In realtà, a sentire testimonianze convergenti, Giorgetti raccoglie stima e sostegno di molti all’interno del governo. Dei leghisti che ripetono «meno male che c’è lui», e lo considerano un argine alle campagne di spesa di Di Maio. Ma anche di ministri del M5S che spesso rimangono silenti, in disparte e che pure si fanno convincere dagli inviti alla prudenza del sottosegretario.

barbara lezzi tap no tap - 15

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E il culmine della sfida, spiega l’articolo, è stata la faccenda del TAP:

Tria si fida di lui e il premier Giuseppe Conte, nella sua infinita opera di mediazione, si trova a essere d’accordo. Quando l’altra sera, i 5 stelle pugliesi sono stati riuniti a a Palazzo Chigi assieme ai ministri del Movimento coinvolti nella inestricabile vicenda del gasdotto Tap, Giorgetti e Conte si sono trovati dalla stessa parte.

Quella della realtà dei fatti, dei contratti, degli impegni presi: «Se trovate 20 miliardi per pagare le penali possiamo anche fermare l’opera…»ha detto con punte di sarcasmo il premier invitando gli attivisti a rassegnarsi. Venti miliardi sono il doppio di quanto costerà il reddito di cittadinanza. È questo il ruolo di Giorgetti, mal sopportato dai 5 Stelle ma apprezzato dall’altra parte del governo. Far capire che i sogni hanno un costo e che i soldi per pagarli vanno trovati.

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