Il taglio ai rimborsi del 730 (a chi ha contenziosi con l’Agenzia delle Entrate)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-11

750mila contribuenti dal prossimo anno potranno vedersi decurtata la somma spettante, perché lo Stato avrà la possibilità di “scalare” direttamente eventuali cartelle di pagamento notificate in precedenza

article-post

C’è un maxi-taglio ai rimborsi del 730 che colpirà 750mila contribuenti nei piani del governo giallorosso: dal prossimo anno potranno vedersi decurtata la somma spettante, perché lo Stato avrà la possibilità di “scalare” direttamente eventuali cartelle di pagamento notificate in precedenza. Spiega oggi Il Messaggero in un articolo a firma di Luca Cifoni:

Le conseguenze più dirette per la massa dei contribuenti, lavoratori dipendenti o pensionati, arrivano dall’articolo ancora senza numero intitolato “Disposizioni di efficientamento della riscossione”. Al momento di erogare un rimborso d’imposta (nel caso del 730, quando il relativo prospetto di liquidazione sta per essere trasmesso al sostituto d’imposta, ad esempio il datore di lavoro) l’Agenzia delle Entrate verificherà attraverso le società della riscossione se l’interessato risulta iscritto a ruolo.

Se sì, entro 60 giorni l’importo dei rimborsi sarà automaticamente compensato con le somme dovute al fisco, ameno che queste non risultino inferiori a 100 euro oppure rientrino in un piano di pagamento rateale. Per evitare il taglio il contribuente dovrà avviare un contraddittorio entro 30 giorni. La normativa proposta è decisamente più incisiva di quella in vigore, che riguarda i crediti d’imposta in generale (e non specificamente quelli da 730) e prevede solo una proposta di compensazione che può essere accettata o rifiutata dagli interessati.

taglio rimborsi 730

Secondo il quotidiano la relazione tecnica al decreto prevede un maggior gettito annuo di 467,6 milioni, di cui 201,4 dovuti all’erario, 22,8 agli enti previdenziali e 240,5 ad altri enti. Vuol dire una media di circa 630 euro in meno per ciascuno dei contribuenti coinvolti. La soglia non riguarda invece sostanzialmente i lavori dipendenti.

Qui si tratta di quelle operate dagli stessi contribuenti, quando al momento di fare versamenti tramite il modello F24 utilizzano crediti relativi all’Iva o all’imposta sui redditi. Più nel dettaglio, la novità consiste nell’estensione ai crediti da imposta dirette (Irpef, Ires, Irap, addizionali o sostitutive) del meccanismo già usato per l’Iva per cui la compensazione può essere effettuata solo dietro presentazione della dichiarazione dalla quale emerge il credito, usando per il pagamento via F4 esclusivamente la procedura telematica dell’Agenzia delle Entrate.

Un sistema di controllo che da quando è stato introdotto ha ridotto significativamente il volume delle compensazioni relative all’Iva. In particolare con la soglia per l’obbligo di dichiarazione posta a 5 mila euro è stato osservata una diminuzione di quasi il 17 per cento. Applicando questa percentuale ai crediti Irpef, Ires e Irap si arriva ad un beneficio finanziario per lo Stato pari a 1,1 miliardi di euro nel 2020 e 878 milioni a regime a partire dall’anno successivo.

Sono esplicitamente escluse le compensazioni effettuati dai sostituti d’imposta per dipendenti e pensionati.

Leggi anche: Il Comune sospende i pagamenti a Roma Multiservizi dopo il servizio delle Iene

Potrebbe interessarti anche