Opinioni
«Noi ve l’avevamo detto»: perché gli elettori del sud rimpiangeranno il voto dato a Di Maio
di Lucio Di Gaetano
Pubblicato il 2018-09-24
Due notizie oggi scaldano il cuore dei membri del Club del “Noi ve l’avevamo detto”, sezione “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”, sottosezione “Meridionali che credono a chiunque”, del quale sono Presidente in virtù delle mie origini molisane: una terra dove il Movimento 5 Stelle ha preso quasi il 50% dei voti […]
Due notizie oggi scaldano il cuore dei membri del Club del “Noi ve l’avevamo detto”, sezione “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”, sottosezione “Meridionali che credono a chiunque”, del quale sono Presidente in virtù delle mie origini molisane: una terra dove il Movimento 5 Stelle ha preso quasi il 50% dei voti validi ed eletto tutti i parlamentari eleggibili. Il macro-argomento è quello che nelle sue varie declinazioni impazza ormai sui giornali da qualche mese: le famose “coperture”. Che non sono, come potreste sospettare, le spesse coltri sotto cui dovrebbe andare a nascondersi Laura Castelli (aka “sulle coperture siamo moltissimo d’accordo” ) ma le fonti finanziarie delle implausibili e costosissime promesse elettorali della gang gialloverde.
Fallita, com’era prevedibile, la ridicola strategia di bullizzare l’Unione Europea mendicando danaro con minacce e ventri nudi esibiti al Papeete, la tattica di ripiego dei pentafurbissimi sembra essere quella di tagliare qua e là i capitoli di spesa a caso per rimediare qualche spiccio e far finta di realizzare almeno in parte il programma psicotico che gli elettori hanno premiato alle urne (la parte non realizzata sarà kolpa della kasta del MEF!1!1!).
Ed ecco dunque fiorire decine di proposte imbecilli, retrive, dannose, provenienti un po’ da tutta la maggioranza, con però un’interessante variante che non sarà sfuggita agli osservatori più attenti: quando a sparare fregnacce è Salvini, questi ha quantomeno l’accortezza di proporre iniziative (tipo “quota 100 per le pensioni”) che non danneggiano immediatamente il proprio elettorato (il quale, anzi, ne sarebbe avvantaggiato visto dove risiedono per lo più quelli che a 65 anni sono riusciti a versare 35 anni di contributi continuativi; e NO, mi dispiace, NON SI TRATTA di zone del Paese a sud del Rubicone); quando invece a parlare è Di Maio, le idiozie hanno la ulteriore caratteristica di essere quasi completamente a carico proprio di quelli che lo hanno votato in massa. E veniamo dunque alle due notiziole cui è dedicato questo pezzo.
Notizia numero 1: al disperato fine di trovare risorse per il Reddito di Cittadinanza il Governo taglierà 170 mln di Euro di incentivi per la banda ultra-larga nelle aree c.d. “bianche” ovvero le aree a “fallimento di mercato” dove, in mancanza di incentivi pubblici, è irragionevole immaginare che gli operatori di telefonia vadano a costruire impianti: non ci vuole molto a immaginare dove sono localizzate prevalentemente le aree in questione e che, pertanto, il taglio agli incentivi altro non farà che lasciare inalterato il “digital divide” tra regioni ricche e povere (lo sa Di Maio quali sono le regioni povere? Indizio: quelle che lo hanno votato).
Notizia numero 2: sempre al nobile scopo di procurare la pagnotta aggratis promessa a milioni di boccaloni senza far saltare il banco, l’altra novità di oggi è che potrebbero essere esclusi dal Reddito di Cittadinanza i proprietari di casa. Ecco, per degustare appieno l’autolesionismo carpiato della proposta, dovete riflettere un attimo su tre semplici quesiti. Primo: in quali aree del paese sono concentrati quei giovani disoccupati che il RDC dovrebbe aiutare (risposta: NON tra Milano e Brescia)? Secondo: cosa fanno di solito i genitori italiani (e ancor di più quelli meridionali) quando devono investire i propri soldi per lasciare qualcosa ai figli (risposta: NON comprano azioni della Apple)? Terzo: chi verrà escluso dal reddito di cittadinanza e magari dovrà farsi contemporaneamente carico di rate del mutuo accresciute dall’effetto spread perché “non possiamo piegarci alla dittatura dei mercati” (risposta: dai che ce la fate da soli)?
Naturalmente non sono nato ieri e so bene che il “Governo del Cambiamento” si chiama così perché cambia idea 3 volte al giorno e, pertanto, queste, come altre brillanti idee, potrebbero morire prima della pubblicazione dei giornali di domani. Come pure so bene che le probabilità che il Reddito di Cittadinanza si faccia per davvero, in qualsiasi versione, allargata o ridotta, sono inferiori a quelle di vedere Di Maio laureato. Ma questo, a pensarci bene, non conta: ciò che conta davvero è la persistente credulità dell’elettorato meridionale – pronto da sempre a correre dietro a chiunque gli prometta un futuro di prosperità a scrocco – per il quale, il micidiale cocktail tra un leader spregiudicato e impegnato ad avvantaggiare soprattutto il Nord (Salvini) e un altro, altrettanto spregiudicato, ma fesso (come si chiama questo non ve lo dico, indovinatelo voi), rischia di essere, stavolta, esiziale. E noi ve l’avevamo detto.