Donald Trump e la storia del razzismo anti-bianchi in Sud Africa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-08-23

In uno dei suoi classici tweet il presidente USA ha annunciato che il Segretario di Stato Mike Pompeo indagherà sulla riforma agraria voluta da Pretoria per redistribuire più equamente le proprietà terriere. E l’ex leader del KKK plaude alla decisione di Trump. Ma…

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Appena uno pensa che Donald Trump abbia toccato il fondo con uno dei suoi tweet il Presidente USA ci regala un’altra delle sue perle. L’uso che Trump fa di Twitter senz’altro sarà studiato in futuro perché i toni spesso sopra le righe (e a tratti demenziale) dell’inquilino della Casa Bianca fanno parte di una precisa strategia volta a condizionare (e sviare) l’attenzione dell’opinione pubblica. Ad esempio in questi giorni Trump è sotto attacco per la confessione del suo ex avvocato Micheal Cohen che ha confessato di aver pagato per suo conto il silenzio di due donne (Stormy Daniels e Karen McDougal).

Donald Trump ha deciso che è il momento giusto per denunciare il “razzismo” del governo sudafricano

Come al solito Trump è passato al contrattacco.Ad esempio annunciando la possibilità di un crollo dei mercati in caso di un suo eventuale impeachment sia facendo dichiarazioni al limite del delirante. Ad esempio ha dichiarato che in base a quanto ha appreso guardando alcuni legal drama televisivi le accuse rivolte a Cohen e al capo della sua campagna presidenziale Paul Manfort non riguardano veri e propri reati per cui non c’è nulla da temere.

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Ma è un’altra dichiarazione che ha fatto scalpore. Quella in cui Trump ha reso noto di aver chiesto al Segretario di Stato Mike Pompeo (che esercita grossomodo le funzioni del nostro ministro degli Esteri) di studiare la situazione delle confische e delle espropriazioni subite dai proprietari terrieri in Sud Africa, con particolare attenzione agli omicidi perpetrati nei confronti dei bianchi. Ora qualcuno potrebbe ritenere bizzarro il fatto che un presidente USA si interessi di un aspetto che dovrebbe essere di competenza del potere giudiziario di un paese straniero. Anche se non è una novità che gli Stati Uniti si interessino (e si intromettano) negli affari interni. Quel che stupisce è che lo faccia in base alle affermazioni fatte durante un programma televisivo dall’anchorman della Fox Tucker Carlson.

Di cosa sta parlando Donald Trump

Carlson, parlando del progetto di riforma agraria promosso dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha parlato apertamente di razzismo della popolazione nera nei confronti dei proprietari terrieri bianchi che verrebbero espropriati delle loro terre senza un’adeguata compensazione economica. Quello che né Carlson né Trump hanno detto è che non è in atto alcuna espropriazione delle proprietà terriere. Questo anche se in Sud Africa, anche in virtù del lungo periodo di apartheid e di dominazione coloniale da parte dei bianchi, il 72% delle terre è in mano a persone di etnia caucasica, che però rappresentano appena l’8% della popolazione sudafricana.

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Visto l’alto tasso di povertà – soprattutto tra i neri – non c’è dubbio che il paese necessiti di una riforma della proprietà terriera, per poter finalmente compensare gli squilibri generati nel passato troppo lontano quando il Sud Africa era uno stato razzista e tutto il potere e la ricchezza era concentrato nelle mani dei discendenti dei coloni europei che a loro volta le avevano sottratte (senza compensazione) agli africani. Ed è vero che si registrano casi di omicidi perpetrati a danno degli agricoltori bianchi, ma è anche vero che nel 2017 il numero di vittime di questi attacchi ha toccato il minimo storico degli ultimi 20 anni. Il Tweet di Trump ha scatenato la dura reazione del governo di Pretoria (mentre in borsa il Rand – la moneta sudafricana – scendeva in picchiata) che ha fatto sapere che il presidente USA è disinformato e cerca solo di dividere la nazione.

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L’uscita di Trump ha però ringalluzzito tutta una serie di personaggi che non aspetta altro di poter parlare di discriminazione razziale da parte dei neri nei confronti dei bianchi. Non è un caso che l’ex presidente del Ku Klux Clan David Duke è stata data la notizia che 15milaabbia applaudito alle parole del presidente statunitense ricordando come la Russia (Putin gioca sempre la parte del salvatore della razza caucasica) abbia già decido di accogliere 15.000 sudafricani bianchi.

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In realtà la storia è leggermente diversa, un piccolo gruppo di boeri (una trentina) si è trasferita in Russia e non si sa in base a quale calcolo persone sarebbero pronte a trasferirsi sotto l’ala protettrice di Putin. Ma la Russia non ha fatto alcuna mossa ufficiale in quella direzione. Viceversa in questi anni Trump non ha fatto nulla per smorzare i toni razzisti negli Stati Uniti. Dalla dichiarazione sugli “shithole countries” passando per quel “davvero brave persone” riferito ai neonazisti che protestavano a Charlottesville Trump durante i primi due anni della sua presidenza ha continuato a strizzare l’occhio agli estremisti di destra e alla cosiddetta “alt-right”. È comprensibile quindi che il paladino dell’America bianca senta il dovere di difendere i bianchi ovunque essi si trovino.

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