Fact checking
Da Matteo Renzi a Beppe Grillo: tutti quelli che non hanno capito la storia di Charlie Gard
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-06-30
I politici italiani, solitamente così restii a intromettersi nelle faccende private altrui (ironia), oggi fanno fronte comune contro chi ha condannato a morte Charlie Gard. E mentre Renzi condivide stati d’animo e non semplici status, Salvini avanza un abbraccio e Grillo parla di Europa senz’anima, nessuno dice la verità sulla vicenda
Beppe Grillo è preoccupato da quest’Europa senz’anima. Matteo Renzi risponde chiedendo “un’attenzione diversa per questo cuccciolo cucciolo d’uomo”. Al momento in cui scriviamo Charlie Gard non è ancora morto ma lo stato del discorso politico italiano su una vicenda drammatica e che non riguarda né l’Europa né il nostro Paese è raccapricciante.
Renzi condivide stati d’animo, non solide realtà
In un post che passerà alla storia Matteo Renzi ha voluto condividere con i suoi fan “uno stato d’animo più che uno status”. E a giudicare da quello che scrive Matteo Renzi è davvero in ansia. Ad esempio si chiede “perché la Corte Europea dei diritti umani (diritti?) non ha concesso la cura sperimentale in America?”. Diritti? Giammai. In Europa poi, dove sono i diritti? Renzi non riesce a trovarli da nessuna parte, ma un buon punto di partenza è ad esempio la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma chi volesse approfondire la questione dei diritti potrebbe ad esempio andare sul sito del Great Ormond Street Hospital dove troverebbe i riferimenti per poter leggere le sentenze della High Court, della Court of Appeal e della Supreme Court britanniche.
In tutti i tre gradi di giudizio gli esperti hanno concordato su un fatto: Charlie Gard non può essere salvato, non può essere curato e non è possibile ridurre il danno cerebrale che ha subito in seguito alle crisi epilettiche sopraggiunte dal 9 gennaio 2017. La scienza medica, cui Renzi chiede un ultimo tentativo, ha già fatto tutto quello che è umanamente possibile per Charlie Gard. Anzi, per questo “piccolo cucciolo d’uomo”, come scrive il Segretario del PD ritrovando il boy scout che c’è in lui. Renzi però non si chiede cos’è nel migliore interesse del cucciolo. Quello lo hanno fatto i medici del GOSH. Renzi non vuole far parte della tifoseria e non cerca facili like, per quello ha deciso di attaccare la Corte Europea mettendo in dubbio l’operato dei giudici nel difendere i diritti del cucciolo. Chissà, probabilmente Renzi avrebbe sottoposto la questione ad un referendum.
Grillo e l’Europa senz’anima
Charlie Gard sta morendo, sta morendo da quando è stato ricoverato in ospedale per una malattia genetica per la quale non esiste cura. Sta morendo da quando dopo l’ennesima crisi epilettica ha subito un danno cerebrale grave e irreversibile. Ma solo un leader sarà degno di rivendicare l’eredità della Democrazia Cristiana e guadagnarsi le simpatie della Chiesa Cattolica. Coraggio quindi entrino altri ardimentosi contendenti ansiosi di difendere la vita ad ogni costo. Beppe Grillo questa mattina ci ha provato.
Lo ha fatto a modo suo. Dando colpa all’Europa scrivendo che la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha dichiarato inammissibile il caso “è incredibile” perché “significa che tutta la UE non ha da dire nulla, in più oppure in meno, riguardo una questione così atrocemente fondamentale”. Ora nel sito della Corte Europea c’è una sezione da titolo non confondere.
Sezione dalla quale si apprende che la Corte Europea è “il solo organo autenticamente giudiziario istituito dalla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo”. Convenzione che è stata ratificata a Roma il 4 novembre 1950 e che è stata sottoscritta dai 47 paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa tra i quali ad esempio la Federazione Russa che non fa parte della UE.
Il Consiglio d’Europa a sua volta non è l’Unione Europea, e nemmeno il Consiglio europeo. Per questo motivo ad esempio la questione di Charlie Gard non ha nulla a che fare con la Brexit, anche se qualcuno oltre Manica sta cercando di stabilire una correlazione tra le due questioni.
Una volta chiarita questa questione passiamo al contenuto del post di Grillo. Il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle chiede sostanzialmente che una cura che non è stata sperimentata nemmeno sui ratti e che non è stata studiata come risposta alla mutazione genetica di cui è affetto Charlie venga usata su un bambino di nove mesi. Ovviamente Grillo non rinuncia a dare la colpa ai banchieri (fa sempre bene). Dice che i genitori vogliono fare il favore di non far spendere al contribuente britannico cure non necessarie. Bravissimi e onestissimi!1 Peccato che Grillo faccia parte di quel MoVimento politico che osteggia apertamente la sperimentazione animale. E soprattutto che abbia più volte sostenuto il Metodo Di Bella. Una non-cura che però in molti italiani continuano a credere efficace e che viene effettuata anche con i soldi del SSN. Ma cosa manca nel discorso di Grillo? Proprio lui, Charlie. Sono i genitori ad essere pronti “ad esporsi ad altre pene”. Questo nonostante il medico statunitense da loro contattato abbia detto che la terapia è inutile e prolungherebbe solo le sofferenze di Charlie. La stessa conclusione cui sono giunti i tribunali inglesi. E la stessa cosa che dicono i medici del GOSH. Un’ultima questione: Grillo si è spesso speso a difesa della Sovranità Nazionale. Cosa avrebbe detto se la Corte Europea avesse deciso di ribaltare la sentenza dei tre tribunali britannici che si sono espressi? Probabilmente avrebbe indetto delle votazioni online sul Rousseau per decidere il destino di Charlie.
Quelli che si strappano le vesti per la “condanna a morte” di Charlie Gard
L’eurodeputato del PPE Lorenzo Cesa è pronto a dichiarare guerra alla Gran Bretagna: «le istituzioni europee lancino un appello a tutela della vita e della dignità del malato alle autorità competenti in Gran Bretagna e fermino questo che è un vero e proprio omicidio di Stato». Il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli è invece confuso e terrorizzato e forse non ha capito bene quello che è successo: «la decisione dei giudici britannici, avallati da quelli del Tribunale dei diritti dell’Uomo, è il punto di non ritorno dell’umanità che preferisce l’accanimento mortale su un bambino indifeso piuttosto che lasciarlo all’amorevole cura materna e paterna» Il prode Rampelli non si è accorto che l’accanimento è quello dei genitori. Ma va tutto bene l’importante è far vedere che si è contro.
Per il Popolo della Famiglia – l’unico partito con al centro Adinolfi – quello di Charlie è un martirio che segna il punto di non ritorno delle “politiche mortifere europee”. II senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’ e capogruppo di ‘Federazione della Libertà’, la morte del piccolo Charlie «non segna solo la fine dell’umanesimo europeo: determina anche la frattura fondamentale del tempo che stiamo vivendo dopo il tramonto delle ideologie tradizionali». Quagliarello rivendica la consapevolezza dell’imperfezione della vita e di “di non poter mai scegliere per l’altro”. Che è esattamente quello che stavano facendo i genitori di Charlie per il figlio. Ed è per quello che i medici che lo hanno avuto in cura da quando è nato hanno deciso di rivolgersi al tribunale.
I medici hanno difeso il diritto di Charlie a vivere una vita dignitosa senza sofferenze quando i genitori avrebbero voluto – nella loro comprensibile disperazione – tentare di prolungarla anche solo di un attimo. I tribunali hanno deciso che i genitori di Charlie non stavano più agendo in nome del migliore interesse del bambino. Una tragica lezione di diritto a tutti coloro che in queste ore si riempiono la bocca di proclami sui “tribunali disumani” e su condanne a morte e che dimenticano che dall’altra parte c’è una vita di torture. Quanta pietà in questa seconda opzione.
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