Cosa è successo a Stefan De Vrij con l’antidoping

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-03-13

Il difensore della Lazio non ha comunicato l’utilizzo di un farmaco non espressamente vietato. La procura potrebbe archiviare a breve

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Stefan De Vrij è il difensore della Lazio che è stato ieri alla Nado Italia, dove è stato ascoltato dalla procura antidoping per fornire “chiarimenti” riguardo il risultato «non negativo» al controllo effettuato alla fine di Lazio-Verona dello scorso 19 febbraio a causa di un cortisonico.

Cosa è successo a Stefan De Vrij con l’antidoping

L’audizione segue quella prevista per venerdì scorso, slittata a oggi a causa della mancata presenza del giocatore olandese. Il giocatore biancoceleste, che il prossimo anno lascerà Roma alla scadenza del suo contratto, si è presentato da solo presso gli uffici della Procura guidata da Pierfilippo Laviani, per poi andar via senza fare dichiarazioni. All’inizio della vicenda si parlava della mancata firma su un modulo dell’antidoping, successivamente i giornali avevano scritto che De Vrij aveva svolto due volte i test antidoping alla fine della partita rifiutandosi però di firmare il secondo test.

stefan de vrij

Alla base di tutto, spiega invece oggi la Gazzetta dello Sport, ci sarebbe invece un problema di documentazione mancante e di facoltà d’uso di un farmaco. Forse si tratterebbe di un’esenzione terapeutica scaduta. La sostanza in questione non sarebbe vietata sempre, ma soltanto nella vicinanza della competizione, tanto che non viene cercata nei controlli a sorpresa. Il suo utilizzo terapeutico è piuttosto diffuso.

La procura potrebbe archiviare presto

Secondo Repubblica  la questione ruota intorno a un cortisonico somministrato al giocatore per un problema al ginocchio a livello cartilagineo e per cui mesi fa la società ha prodotto un’esenzione. Documento che però non risultava alla procura: ieri il club ne ha inviata una copia, gli “ulteriori accertamenti” potranno riguardare la ricerca dell’originale. E di certo alla Lazio sono certi non servisse produrre una nuova esenzione, anche se la richiesta della procura di prendere tempo sottintende la volontà di verificare l’ipotesi di una violazione, seppure di tipo procedurale, da parte del calciatore.

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