I sondaggi e la crisi di Salvini che può azzoppare la Lega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-02

La crisi di Matteo Salvini nei sondaggi e della parabola della sua leadership secondo Antonio Noto sembra ricalcare quelle di altri leader come Matteo Renzi o, ad altri livelli, performance come quelle di Di Pietro o di Mario Monti

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Il Messaggero oggi parla della crisi di Matteo Salvini nei sondaggi e della parabola della sua leadership che secondo Antonio Noto sembra ricalcare, sia pure con forti differenze, quelle di altri leader come Matteo Renzi o, ad altri livelli, performance come quelle di Di Pietro o di Mario Monti.

«Va subito detto che il caso Salvini non è affatto risolto – chiosa Noto – Come sappiamo la Lega viene data intorno al 25% che sono 8 punti meno del 33% raggiunto alle europee ma anche 8 punti in più rispetto alle politiche del 2018. Insomma starei attento a pronunciare sentenze liquidatorie». Anche Enzo Risso analista politico e docente di teoria dell’Audience alla Sapienza sottolinea che i cicli dei leader sono diventati più veloci negli ultimi anni. «Ma è assolutamente presto per capire se l’appannamento della leadership di Salvini degli ultimi mesi è un dato definitivo. A me pare che le molle che hanno spinto la grande crescita del consenso della Lega siano rimaste sostanzialmente intatte. Mi chiedo in estrema sintesi che cosa succederebbe se il fenomeno migratorio dovesse riprendere quota».

Secondo Risso inoltre la figura del leader resta centrale per il successo di un qualsiasi progetto politico. «Si tratta di un equilibrio delicato e continuamente in mutazione – spiega Risso – Ma il modello che ha funzionato meglio negli ultimi anni è sicuramente quello di un partito organizzato che trova in un leader colui che incarna la missione del partito stesso. Tutte le volte che questo equilibrio è stato trovato i risultati elettorali sono arrivati ma poi questo stesso equilibrio va confermato». Il riferimento di Risso va sia ai casi eclatanti di Renzi e poi di Salvini ma anche a quelli di Di Pietro e di Monti che sia pure in stagioni diverse e con tempi non confrontabili hanno messo in piedi delle strutture politiche che poi non hanno retto alla crisi della loro leadership.

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Secondo Risso un caso a parte è quello dei leader dell’area centrale del quadro politico. «Qui si registra un eccesso di micro-leaderismo – sottolinea Risso – In quest’area ormai si contano 18 formazioni, anzi 19 con l’ultimo partito di Paragone. Si va da Parisi a Lupi dagli ex Ncd agli Udc, da ex Forza Italia a ex 5Stelle in Liguria. Li siamo alla frammentazione leaderistica». «Il leader è fondamentale per un partito ma senza partito un leader non va lontano – sottolinea il politologo Piero Ignazi – Il caso della Lega è emblematico perché il partito, che è ben organizzato non solo sul fronte dei sindaci ma anche della militanza territoria, ha avuto due grandi cicli leaderistici, quello di Bossi e ora quello di Salvini che sta avendo i suoi alti e bassi».

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