I soldi della CIG in deroga con la domanda a INPS non arrivano prima della fine di luglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-19

La nuova domanda (per i periodi dal 26 aprile) va fatta entro 15 giorni da quando l’azienda mette in Cig, così Inps deve erogare entro altri 15 giorni il 40% dell’assegno. Anche questa una novità. Ma i primi soldi non si vedranno prima della fine di luglio

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L’Inps indietro con le domande di Cassa Integrazione mentre a maggio arriva un nuovo record per il sussidio. La nuova domanda (per i periodi dal 26 aprile) va fatta entro 15 giorni da quando l’azienda mette in Cig, così Inps deve erogare entro altri 15 giorni il 40% dell’assegno. Anche questa una novità. Ma i primi soldi non si vedranno prima della fine di luglio. Spiega oggi Repubblica:

Ieri sono partite le nuove domande per ulteriori 9 settimane di cassa integrazione. Con una novità: la richiesta di Cig in deroga non passa più per le Regioni, ma va spedita a Inps (arrivate già 2 mila domande in 5 ore). Se però l’impresa non ha esaurito le prime 9 settimane, allora deve ancora rivolgersi alle Regioni: un pasticcio. La nuova domanda (per i periodi dal 26 aprile) va fatta entro 15 giorni da quando l’azienda mette in Cig, così Inps deve erogare entro altri 15 giorni il 40% dell’assegno. Anche questa una novità. Ma i primi soldi non si vedranno prima della fine di luglio. Il punto dolente sono però le vecchie domande di Cig. Ieri il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha detto che «quelle regolari al 31 maggio sono state tutte pagate».

cassa integrazione cosa cambia
Cassa integrazione: cosa cambia (La Stampa, 16 giugno 2020)

Sul sito risultano ancora 29 mila lavoratori senza assegno, relativi alle richieste del periodo 23 febbraio-31 maggio. A questi si aggiungono altri 267.374 lavoratori di giugno, per un totale di circa 300 mila senza i soldi di marzo e aprile (Tridico dice che sono “solo” 124 mila). E qui parliamo di lavoratori di cui Inps conosce l’Iban su cui accreditare le somme, grazie al documento SR41. L’emergenza vera riguarda però ben 81 mila domande rimaste in sospeso (relative a 873 mila lavoratori): Inps non le ha né autorizzate, né respinte, né annullate.

Forse neanche esaminate o in istruttoria. Fin quando Inps non le autorizza le imprese non possono mandare l’SR41 e i lavoratori non possono incassare i soldi (relativi a marzo e aprile). Questo accumulo non è poi tutto frutto delle richieste recenti di giugno, visto che all’inizio del mese (4 giugno) le domande non ancora esaminate erano 66 mila per oltre mezzo milione di lavoratori.

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