Quella conversazione tra Di Maio e Salvini su Berlusconi e i soldi alla Lega
Il candidato premier del M5S accusa Salvini di non potersi staccare da Berlusconi per motivi che non c’entrano con la politica. Poi i due disegnano una strategia per portare il paese alle elezioni e svuotare Forza Italia

Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono i nemiciamici più stretti di questa fase politica e della prossima campagna elettorale. Ancora ieri, mentre Mattarella veleggiava verso il governo neutrale dopo la formalità delle consultazioni, i due cercavano ancora un modo per mettersi d’accordo tra di loro all’insaputa di Berlusconi prima, e trovavano facilmente una linea comune per chiedere il voto a luglio dopo.
Quella conversazione tra Di Maio e Salvini su Berlusconi e i soldi alla Lega
Non solo. Se si andasse davvero a votare a luglio, ma anche se alla fine si arrivasse a dicembre, c’è il concreto rischio che le elezioni restituiscano gli stessi risultati e che quindi i due si ritrovino tra qualche mese di nuovo seduti al tavolo di una trattativa impossibile. Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano riporta però il racconto dei numerosi contatti tra i due (con Giorgetti, reduce dalla battuta su Di Maio che non conta un cazzo) durante la giornata di ieri; in particolare della conversazione sui soldi di Berlusconi alla Lega e sul simbolo che è diventata la leggenda metropolitana preferita di questa fase politica:
Di Maio è di ghiaccio. E accusa Salvini di non potersi staccare da Berlusconi per motivi che non c’entrano con la politica. Ma il leghista nega: “Soldi o altri interessi non c’entrano nulla, il tema è che se strappo rischio di non reggere coi miei, e poi con Forza Italia governiamo in città e regioni”. Di Maio ascolta,e quasi provoca: “Siamo sicuri che non voterai un governo con Berlusconi e Renzi?”. Il segretario del Carroccio nega, con forza. Poi si salutano, senza calore. Mentre nel Transatlantico si formano crocicchi di grillini, in ansia.

MA AI PIANI ALTI pensano già alla campagna elettorale: “Il primo mese punteremo sul Nord. I sondaggici danno già al 35 per cento, ma per alcune stime chevalutano leopzioni di voto superiamo il 40”. E Salvini? “Per due mesi ha continuato a chiederci tempo. Ma non quagliava mai, non abbiamo parlato di ministri”. Però di premier sì. Perché il Movimento, giurano, era disponibile ad avere a Palazzo Chigi Giorgetti o lo stesso Salvini. Ora è una fase diversa. Ma nel M5S sanno che la Lega potrebbe essere l’alleato necessario anche dopo il nuovo voto. E lo ammettono. Però non possono dirlo ora.
L’obiettivo: spazzare via Berlusconi
L’obiettivo comune di Di Maio e Salvini nella prossima campagna elettorale sarà quello di spazzare via Berlusconi, l’ostacolo al matrimonio tra Lega e MoVimento 5 Stelle con Fratelli d’Italia a fare da testimone di nozze e un governo che fa reddito di cittadinanza e flat tax come torta di matrimonio. Ilario Lombardo sulla Stampa racconta del sondaggio commissionato da Di Maio:
I grillini sono convinti che il centrodestra si presenterà ancora una volta unito alle elezioni, ma con rapporti di forza capovolti. Gli strateghi del successo del 4 marzo, sono già al lavoro. L’idea è di mantenere «un profilo da Dc conquistato in questi due mesi», restare trasversali e mutevoli, contando sui timori che suscita Salvini, vivi in un certo elettorato di sinistra al Sud, e conservatore, ma con radici nel Partito popolare europeo, al Nord.
La speranza è di prosciugare il bacino di Pd e Forza Italia, puntando sull’astensione dei loro sostenitori se si andrà a votare a luglio. Due sondaggi commissionati dallo staff mettono di buonumore Di Maio. Uno li dà attualmente al 35%. Un altro ruota attorno a una domanda: chi preferireste tra Di Maio e chi invece non ha permesso la nascita del governo, cioè Berlusconi e Matteo Renzi? Risultato: il M5S sarebbe al 40%. Anche lo slogan della campagna, già pronto, sarà personalizzato sulla sfida tra il nuovo mondo e il vecchio, su chi è stato responsabile e chi ha fatto naufragare gli accordi. E tutto fa pensare che Salvini non farà parte della stessa categoria di Berlusconi e Renzi.
La sfida dei due nemiciamici è lanciata. La strategia è chiara. La volpe Berlusconi finirà in pellicceria senza colpo ferire?