Oggi Liliana Segre sarà costretta a passare il testimone della Presidenza del Senato a Ignazio La Russa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-12

Il dado è tratto: i partiti di centrodestra hanno scelto i loro Presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama

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Da una parte una testimone vivente dell’Olocausto, una sopravvissuta all’orrore che ha contraddistinto la storia dell’umanità. Dall’altra un politico che, quando era già senatore, si vantava della propria collezione di cimeli fascisti e busti di Benito Mussolini. Domani, giovedì 13 ottobre, il nuovo Parlamento (ridotto dopo il taglio che entrerà in vigore proprio al suono della prima campanella) si riunirà per la prima volta per dare il via alla legislatura. E sarà quello il giorno in cui, con altissima probabilità, avverrà il passaggio di consegne tra la Presidente del Senato in pectore (per via dei regolamenti parlamentari) Liliana Segre e Ignazio La Russa, l’esponente di Fratelli d’Italia indicato già dalla sua coalizione come vicinissimo all’ottenimento della poltrona si seconda carica dello Stato.

Segre La Russa, il paradosso del passaggio di consegne in Senato

Una sopravvissuta all’Olocausto e agli orrori del nazifascismo che, dunque, dovrà passare il testimone a un politico che solo 4 anni fa mostrava alle telecamere quel piccolo museo del fascismo (sotto forma di fotografie, bronzi e ammennicoli di vario tipo) “ospitato” nella sua casa di Milano. Perché domani, come previsto dal regolamento Parlamentare, la seduta a Palazzo Madama sarà presieduta da Liliana Segre. La senatrice a vita, infatti, è la più “anziana” dell’Aula (vista l’indisponibilità, per motivi di salute, di Giorgio Napolitano) e per questo avrà l’onere e l’onore di guidare il primo giorno della nuova legislatura.

Poi passerà il testimone a Ignazio La Russa. Nonostante le colorite smentite di rito, proprio da Fratelli d’Italia è trapelata la voce del senatore come candidato numero uno alla Presidenza del Senato. Una notizia non ufficiale, dunque, ma ufficiosa con fonti interne. Ed tutto ciò porterà a quel paradosso storico dell’Italia. Tipico dei tempi che stiamo vivendo. Di quei tempi in cui ogni gesto o simbologia con chiari riferimenti al regime fascista viene etichettata come “goliardia”. Perché è stato lo stesso senatore di FdI a dire nei giorni scorsi:

“In Fratelli d’Italia non c’è spazio per i nostalgici”.

Parole del 2022, per rispondere alle polemiche per l’inchiesta di Fanpage “Lobby Nera”. Quattro anni dopo quella video-intervista al Corriere della Sera nella quale mostrava, con ostentata fierezza, quella collezione di busti di Mussolini, foto del fascismo e cimeli dell’età coloniale. Una testimone della più grande tragedia della storia umano costretta a passare il testimone a un senatore che si vanta di possedere numerose statuette bronzee del duce.

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