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Seggiolini antiabbandono, quando inizia l’obbligo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-08

La legge era entrata in vigore il 27 ottobre 2018 ma non era diventata operativa perché mancava un decreto attuativo. Dal 1998 in Italia sono state nove le morti di bambini dimenticati in auto.L’obbligo di installazione dei seggiolini sarà operativo non appena il decreto legge sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni

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Arriva l’obbligo di installazione dei dispositivi anti-abbandono sui seggiolini, per i bimbi di età inferiore ai quattro anni. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha firmato il decreto attuativo dell’articolo 172 del nuovo codice della strada per prevenire l’abbandono di bambini nelle auto. A giorni sarà legge. Una misura che si spera possa mettere un argine ai tragici casi di cronaca come quello più recente accaduto a Catania: un padre ha lasciato per cinque ore sotto al sole un bimbo che doveva portare all’asilo per un inspiegabile ‘black out’ nella sua mente. L’obbligo di installazione dei seggiolini sarà operativo non appena il decreto legge sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni. E sono allo studio anche agevolazioni fiscali.

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La legge era entrata in vigore il 27 ottobre 2018 ma non era diventata operativa perché mancava un decreto attuativo. Un’applicazione per cellulari che ha proprio questo obiettivo esiste già dal 2017. La norma sui seggiolini anti-abbandono è diventata legge (legge 117/2018) a fine settembre dello scorso anno quando il Senato ha dato il via libera definitiva alla legge che obbliga da vere seggiolini per bambini dotati di dispositivi acustici e luminosi  e che prevede anche incentivi per l’acquisto. Il decreto attuativo del Ministero di Toninelli che stabiliva i criteri di omologazione non era arrivato entro il termine dei 60 giorni (il 27 dicembre 2018) dall’approvazione. Una bozza è stata preparata solo il 21 gennaio di quest’anno. Il Ministero l’ha poi inviata al TRIS – il sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche della Commissione europea – da dove sarebbe dovuta passare all’esame del Consiglio di Stato. Ma la procedura si è interrotta perché il TRIS ha bocciato il testo inviato da Toninelli chiedendo che la bozza venisse completamente riscritta.

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Tra i motivi della bocciatura da parte dell’ente omologatore europeo c’è la mancanza della documentazione tecnica che dimostrasse la proporzionalità tra la nuova misura (e i connessi rischi di esposizione a onde elettromagnetiche) e l’intento di proteggere la vita dei bambini. Ad esempio uno degli esperti rileva che l’utilizzo di allarmi sul telefonino non è di per sé garanzia di sicurezza perché l’utilizzatore potrebbe dimenticare anche quello, non prestare attenzione agli allarmi (o essere impossibilitato a leggerli).  Il ministero non ha prodotto una valutazione d’impatto che supportasse la richiesta di omologazione dei nuovi dispositivi. Oggi quei problemi sono stati risolti.

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Sul seggiolino ci sarà un sistema di allarme che, connesso allo smartphone, ricorderà al guidatore tramite un segnale sonoro, della presenza del piccolo passeggero a bordo, prima che lo stesso guidatore esca dal veicolo. L’obbligo dei seggiolini ha avuto un percorso a ostacoli. La legge 117/2018 entrata in vigore a fine 2018 disponeva l’introduzione dell’obbligo ma demandava la definizione delle caratteristiche tecniche ad un decreto attuativo del ministero dei Trasporti, che ha visto la luce il 21 gennaio 2019. Il decreto, a sua volta, è stato mandato in approvazione alla Commissione europea, ma è stato bocciato e poi riscritto. Il nodo principale riguardava l’incompatibilità del testo con le norme europee. Dopo l’approvazione bipartisan del Parlamento, il parere favorevole acquisito dall’Ue e il via libera pochi giorni fa del Consiglio di Stato questo “è il passaggio conclusivo della legge”, sottolinea il ministero dei Trasporti.

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“In considerazione dell’importanza di questi dispositivi volti a scongiurare eventi tragici come quelli accaduti negli ultimi anni – aggiunge la nota del ministero – sono allo studio modalità per attuare l’agevolazione fiscale prevista per favorirne l’acquisto ed incrementare le relative risorse”. “Nessun trionfalismo per le piccole vite perse durante questo iter lungo e complesso, ma soddisfazione per l’atto conclusivo di un provvedimento che vede anni di strenue battaglie da parte nostra”, dice Deborah Bergamini, di Forza Italia, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera. “Mai più bambini dimenticati in auto. La ministra ha dato il via libera a una norma di civiltà”, è il commento unanime del Pd.

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Obiettivo della normativa, dunque, è salvare più vite possibili, alla luce dei tristi fatti di cronaca. A parte il caso più recente di Catania, dal 1998 in Italia sono state nove le morti di bambini dimenticati in auto, con un tragico copione che si è ripetuto ogni volta. Genitori che dimenticano i bimbi pensando di averli già portati all’asilo. Tra i casi più recenti, nel 2018 una bambina di un anno è rimasta nell’auto del papà per ore, nel parcheggio della ditta dove l’uomo lavorava a Pisa. Mentre nel 2016, a Livorno, una bimba di 18 mesi fu dimenticata dalla mamma in auto e morì. E per fortuna ci sono casi a lieto fine: come quello di due gemellini, nel 2011, salvati a Roma da un passante.

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