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Le seconde case e le ordinanze regionali nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-03

Divieti e deroghe ma a macchia di leopardo sulle seconde case. Anche il ritorno a casa sarà consentito, anche se prevede uno spostamento tra regioni diverse. Palazzo Chigi chiarisce il senso: «Vogliamo permettere a chi è rimasto bloccato dal lockdown di tornare a casa, ma per restarci, non per fare avanti e indietro»

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Le seconde case sono le protagoniste delle differenziazioni tra regione e regione nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus dal 4 maggio. Sparito nel Dpcm il divieto esplicito a trasferirsi, prima Palazzo Chigi chiarisce che all’interno della Regione lo spostamento si intende permesso, poi su pressione del ministro Speranza cambia idea. Fonti del governo precisano a Repubblica: «I motivi che rendono legittimi gli spostamenti restano quelli del lavoro, della salute e della necessità. Spostarsi alla seconda casa non è una necessità». Ma visto che nel decreto un divieto non c’è, Sicilia e Sardegna hanno invece autorizzato il trasferimento stagionale.

Le seconde case e le ordinanze regionali nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus

Anche il ritorno a casa sarà consentito, anche se prevede uno spostamento tra regioni diverse. Palazzo Chigi chiarisce il senso: «Vogliamo permettere a chi è rimasto bloccato dal lockdown di tornare a casa, ma per restarci, non per fare avanti e indietro». Quindi una volta che si sia fatto rientro non saranno consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione in cui ci si trova, se non per lavoro, salute o urgenza. Molti governatori del sud hanno previsto l’obbligo di quarantena per chi arriva da altre regioni. Intanto Repubblica segnala le diverse regole nelle regioni:

fase 2 regioni

La fase 2 e le regole diverse tra le regioni (La Repubblica, 3 maggio 2020)

Secondo il nuovo decreto e le ordinanze, quindi, Sicilia e Sardegna hanno detto sì alle seconde case mentre in Veneto si potrà andare ma solo per manutenzione; anche in Toscana rimane il divieto esplicito di andare nelle seconde case. Intanto c’è anche a sorpresa un via libera alle messe in Sardegna. Lo ha detto il governatore Christian Solinas illustrando la nuova ordinanza per la Fase 2. “In armonia con il Dpcm che ha sospeso le cerimonie civili e religiose ma non le funzioni religiose – ed esiste, nell’ordinamento giuridico italiano, una netta distinzione tra cerimonia, funzione e pratica religiosa – consentiamo lo svolgimento delle funzioni eucaristiche ordinarie con obbligo di distanziamento tra le persone, divieto di assembramento e l’obbligo di indossare idonei dispositivi di protezione”. Solinas ha annunciato di avere demandato ai vescovi di ciascuna Diocesi “la garanzia del rispetto delle prescrizioni e l’adozione appropriate linee guida sul contingentamento degli accessi e lo scaglionamento delle funzioni nell’arco della giornata”. Ma proprio loro frenano sull’ok: “I Vescovi sardi pur apprezzando l’attenzione che il Presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa di oggi verso l’apertura delle chiese alle ‘celebrazioni eucaristiche’ si riservano di leggere e valutare il testo dell’ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all’Autorità ecclesiastica”, ha detto ieri all’ANSA il presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Antonello Mura, a nome di tutti i vescovi dell’Isola.

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