Politica
Lo scudo è ancora nella Pace Fiscale
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-10-23
L’esenzione dalla possibilità di contestare reati a chi aderirà al condono targato Lega-M5S è ancora nel secondo comma dell’articolo 9
Anche se le manine leghiste sono state bacchettate e il Capitano ha preferito una gloriosa ritirata a una antipatica sconfitta sulla questione dello scudo per la Pace Fiscale, l’esenzione dalla possibilità di contestare reati a chi aderirà al condono targato Lega-M5S stenta a sparire. Tutto per colpa di dieci parole, spiega oggi Gianluca Paolucci sulla Stampa:
Il problema stavolta è nel secondo comma dell’articolo 9, quello all’origine dei litigi nella maggioranza della settimana scorsa. In pratica, dopo che nel comma 1 viene spiegato che il limite massimo di 100 mila euro è l’imponibile complessivo e non la singola imposta, nel secondo comma si torna a parlare degli immobili all’estero e delle attività finanziarie all’estero come soggetti a una imposta sostitutiva del 20%.
Di fatto, ancora uno Scudo fiscale che pure tutti nella maggioranza giuravano aver cancellato. E ancora ieri lo stesso Conte assicurava fosse scomparso: «Si era parlato di condono, di capitali stranieri che tornavano dall’estero: no. La norma è più precisa e consente di integrare a chi ha fatto già una dichiarazione per il 30% di quanto già dichiarato fino a 100 mila euro per anno, pagando un 20%».
Come dire, sarebbe bastato leggere con un minimo d’attenzione il testo dell’articolo e dopo il caos della settimana scorsa sarebbe stato da aspettarsi quantomeno un minimo d’attenzione – per rendersi conto che qualcosa ancora non andava:
Andrea Augello, ex parlamentare di grande esperienza, in un post su Facebook si è domandato: «Dopo che Conte ci ha spiegato che sui capitali scudati è stato lui a non capire cosa stava riassumendo a Di Maio e Salvini, perché a suo dire erano norma complesse che non aveva fatto vedere a un commercialista, mi chiedo: questa volta avranno capito?».
La soluzione, si spiega, questa volta è abbastanza semplice. Nelle prossima bozza, si spera definitiva, il riferimento ai beni immobili e alle attività finanziarie all’estero sparirà. Basta un tratto di penna su 10 parole che evidentemente non se ne vogliono proprio andare.