La scheda del Rosatellum BIS e le due possibilità di voto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-27

Come funziona il voto con la legge elettorale e perché si può votare in due modi. Una simulazione dei possibili risultati

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In questa infografica pubblicata oggi da Repubblica si mostra la scheda elettorale per il Rosatellum bis e si illustrano le due possibilità di voto date dal nuovo sistema. Si può infatti mettere una croce sul nome del candidato di collegio e il voto si estende “pro quota” anche ai partiti collegati e contribuisce al risultato nella parte proporzionale; oppure si può mettere una croce sul simbolo di uno dei partiti (o del partito) collegati al candidato del collegio: in questo caso il voto si estende al candidato del collegio. Nella simulazione dei risultati alla Camera che offre il quotidiano, a differenza di quelle pubblicate nei giorni scorsi, un’alleanza tra Partito Democratico e Alternativa Popolare porterebbe 180 seggi al centrosinistra e 168 al MoVimento 5 Stelle, mentre il centrodestra arriverebbe a 246, ben lontano dalla maggioranza necessaria a Montecitorio.

scheda rosatellum
La scheda del Rosatellum Bis e le due possibilità di voto

Il professor Roberto D’Alimonte aveva invece pubblicato una tabella qualche giorno fa sul sito del Centro Italiano Studi Elettorali della Luiss in cui i calcoli rendevano ancora più difficile la conquista della maggioranza alla Camera da parte di uno dei tre poli: «Se anche immaginassimo che uno dei contendenti arrivi al 40 per cento dei seggi proporzionali dovrebbe pur vincere il 70% dei seggi maggioritari per ottenere una maggioranza risicata di 317 seggi totali. Se invece ipotizziamo che uno dei tre competitori vinca il 55 per cento dei seggi maggioritari dovrebbe ottenere la percentuale straordinariamente elevata del 50 per cento dei seggi proporzionali per arrivare a 321 seggi totali. Pur nell’incertezza che caratterizza in questa fase il comportamento degli elettori queste combinazioni appaiono decisamente poco credibili».
rosatellum simulazioni
Fonte: cise.luiss.it

E quindi, spiegava D’Alimonte, «il prossimo governo dovrà necessariamente nascere dalla scomposizione delle coalizioni che si presenteranno davanti agli elettori in campagna elettorale e dalla loro ricomposizione in una maggioranza di governo che non corrisponderà alle solenni promesse fatte agli elettori al momento del voto».

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