Sospesa (temporaneamente) la patria potestà alla coppia che chiedeva “solo sangue no vax” per il figlio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-10

La coppia del Modenese che chiedeva “solo sangue di non vaccinati” per le trasfusioni durante un’intervento chirurgico che avrebbe dovuto sostenere il loro bimbo di 2 anni si è vista sospendere temporaneamente la patria potestà

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I genitori del bimbo di due anni del Modenese che avevano chiesto all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna “solo sangue di non vaccinati” per le trasfusioni durante l’operazione al cuore che il piccolo avrebbe dovuto sostenere si sono visti sospendere provvisoriamente la potestà genitoriale. La procura per i minorenni – allertata dalla struttura che aveva in cura il bambino – aveva presentato ricorso e adesso è stato nominato tutore il servizio sociale competente per territorio. Lo scorso 8 febbraio la vicenda era stata affrontata dal Tribunale di Modena, che aveva accolto il ricorso del Sant’Orsola e autorizzato l’intervento chirurgico – necessario per via di una cardiopatia – con le sacche di sangue a disposizione dell’ospedale. I genitori del piccolo paziente, per non meglio specificati “motivi religiosi” avevano stilato una lista di possibili donatori non vaccinati raccolta lanciando appelli online. Quanto sancito dal Tribunale è che sussistono le garanzie di sicurezza nelle sacche di sangue fornite dall’ospedale, “qualsiasi sia la sua provenienza”.

Sospesa (temporaneamente) la patria potestà alla coppia che chiedeva “solo sangue no vax” per il figlio

Per il direttore del Centro nazionale sangue Vincenzo De Angelis quella della coppia era una richiesta “assurda, priva di alcun fondamento scientifico”. “La scelta del sangue – ha aggiunto – è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si trasmette il vaccino”. De Angelis ha anche criticato la ricerca personale messa in campo dalla coppia: “La selezione del donatore avviene sotto una pressione psicologica, inoltre il sangue si sceglie per la migliore compatibilità non per amicizia o familiarità”. Secondo il presidente dell’Avis Gianpietro Briola “le notizie giunte da Bologna rappresentano il triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio. Non esistono evidenze scientifiche secondo cui il sangue dei donatori vaccinati contro il Covid non sia sicuro e affidabile”.

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