Salvini sbatte la porta in faccia ai profughi dell’Afghanistan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-17

Salvini aveva detto che era impossibile immaginare di lasciarsi alle spalle i problemi dell’Afghanistan, oggi cambia idea e decide che l’Italia ne può accogliere solo qualche decina

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Matteo Salvini si conferma il prototipo del politico che è in grado di direi tutto e il contrario di tutto, bastano pochissimi giorni tra una parola e l’altra perchè la linea politica del leader della Lega cambi. Aveva definito vergognosa la fuga dei paesi occidentali dal contingente afghano: “si lascia campo libero ai tagliagole islamici talebani – spiegava in un video – e penso alle donne e ai bambini di quel paese”, immancabili nella propaganda leghista. E poi continuava, “Penso al problema terrorismo ed immigrazione clandestina che già oggi è fuori controllo”.

Il video è datato 15 agosto, dunque due giorni fa. Il giorno di Ferragosto in cui Di Maio Ministro degli esteri dalle spiagge pugliesi del Toga Bay confabulava con il presidente pugliese Emiliano e l’ex Ministro Boccia e i talebani conquistavano Kabul.

Salvini sbatte la porta in faccia ai profughi dell’Afghanistan. Sostegno poi gira la testa

Ma si sa, il sostegno di Salvini è incondizionato fin quando qualcosa non gli fa cambiare idea. Ecco allora che qualcuno deve avergli fatto notare di essere stato troppo poco leghista nel suo video, dunque oggi addrizza il tiro nel corso dell’intervista rilasciata a Radio24. Accoglienza per la gente che fugge dalla guerra? Sì. Ma a patto che si tratti di “una decina di persone”. D’altro canto numeri ed immagini che circolano in questi giorni non lascerebbero pensare a numeri differenti.

“Accogliere chi ha collaborato con l’Italia in Afghanistan è un dovere, ma nell’anno dei record degli sbarchi il nostro Paese non può farsi carico di una nuova ondata di arrivi: gli altri Paesi europei facciano la loro parte”, scrive Salvini su Twitter. Come se lui che ha fatto il Ministro degli Interni, non sapesse gli accordi tra Italia ed Europa.

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