Salvini annuncia la fine del governo Conte il 27 maggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-24

Le parole del vicepremier contenute in un messaggio mandato agli altri uomini del suo partito alle 22. La storia comincia qualche ora prima

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«Non possiamo andare avanti con questi qua. Il 27 maggio, comunque vada, mettiamo fine a questa storia». Le parole di Matteo Salvini, riportate da Tommaso Ciriaco su Repubblica, sono piuttosto definitive e sono contenute in un messaggio mandato agli altri uomini del suo partito alle 22. La storia comincia qualche ora prima:

L’orologio di Giuseppe Conte segna le 17. Con due telefonate in rapida sequenza si decide il tramonto triste e litigioso del governo populista. «Se il Movimento insiste con la norma “salva Roma” – gli dice Matteo Salvini – io mi presento con tutti i ministri della Lega e voto contro». La seconda chiamata è diretta a Luigi Di Maio: «Non c’è alternativa, vuoi fare cadere tutto per questa storia? Sacrifichi tutto per rincorrere due punti nei sondaggi?». Il presidente del Consiglio sceglie di frenare il decreto per mettere al riparo il governo. Ma è come acqua fresca per curare l’influenza. Quando Salvini si presenta a Palazzo Chigi per il consiglio dei ministri, Di Maio è lontano.

A tenere alta la bandiera del MoVimento 5 Stelle ci pensa Barbara Lezzi:

Manda soltanto Barbara Lezzi, alla quale si aggiungeranno Elisabetta Trenta e Alberto Bonisoli. Il copione di quel che accade da questo momento in avanti è surreale. Anzi, crepuscolare. Il segretario leghista torna dallo strappo in piazza come se nulla fosse. La ministra per il Sud sale sulle barricate. È quello che le ha chiesto Di Maio, tenere alta la tensione finché non sarà conclusa la registrazione televisiva a cui ha preferito la riunione di governo. La grillina non si fa pregare. «Non accettiamo ricatti, vuoi far pagare a Roma i tuoi problemi politici!». Salvini replica sprezzante. Conte osserva il disfacimento del suo esecutivo. «Serve una soluzione, gli italiani ci guardano».

Poi arriva Di Maio:

Alle 21 irrompe nella sala Di Maio. I due vice si rinfacciano gli scandali che hanno coinvolto la Lega e quelli che affliggono il Comune di Roma a guida pentastellata. «Per un tuo capriccio – attacca Di Maio – penalizzi i romani. Ti comporti in modo allucinante. Mi accoltelli alle spalle, ma andrai a sbattere». «Continua così – replica Salvini – parla quanto ti pare, ma tanto questa norma, così com’è, non passerà mai».

Alla fine anche la versione del Salva-Roma approntata da Castelli e presentata da Raggi finisce in soffitta. E tutti guardano al 27 maggio. Il giorno dopo le Europee.

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