Ma perché Salvini è nervoso se si apre un’inchiesta sugli ospedali di Bergamo?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-08

Il Capitano dice che invece ai medici e ai dirigenti bisognerebbe dare delle medaglie. Eppure l’inchiesta è un atto dovuto dopo le segnalazioni in procura a Bergamo. E perché, dopo aver presentato un emendamento per salvare i dirigenti, vuole dare una medaglia proprio a loro?

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“Leggevo di un’indagine sull’Ospedale di Alzano Lombardo così come è stato a Codogno. Se posso fare un appello: non è il momento di mandare inchieste sugli ospedali lombardi, lasciamo che medici e dirigenti lavorino. Anzi onore a chi è in trincea, io più che un’inchiesta dei Nas o un fascicolo della procura avrei mandato medaglie”: il leader della Lega Matteo Salvini, in collegamento con la trasmissione tv Orario Continuato su Telelombardia, si è dimostrato piuttosto nervoso riguardo la notizia dell’apertura di un’inchiesta sull’ospedale di Alzano. E il suo nervosismo pare piuttosto curioso.

Ma perché Salvini è nervoso se si apre un’inchiesta sugli ospedali in Lombardia?

Così come pare curioso che il Capitano citi i medici e “i dirigenti” (ma non ad esempio gli infermieri), proprio quando la Lega con un emendamento di cui lui era primo firmatario voleva salvare proprio i dirigenti della sanità lombarda. Certo, magari l’emendamento di Salvini non c’entra nulla con il fatto che molti, moltissimi dei dirigenti nominati nella sanità lombarda e bergamasca in particolare erano stati etichettati proprio in quota Lega. In ogni caso la notizia è che nei giorni scorsi la Procura di Bergamo ha aperto un’inchiesta sulla gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo nell’emergenza Coronavirus. Lo riporta il Corriere della Sera spiegando che si tratta di un fascicolo contro ignoti e che l’ipotesi di reato è epidemia colposa. In particolare sotto la lente della Procura sono la gestione dei primi malati risultati positivi e la decisione il 23 febbraio di chiudere e riaprire dopo alcune ore il pronto soccorso.

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La Lega e le nomine negli ATS e negli ospedali lombardi (Il Fatto, 8 aprile 2020)

Ieri e lunedì i Nas hanno fatto perquisizioni nella struttura e hanno acquisito alcuni documenti. All’ospedale di Alzano era stato ricoverato l’84enne Ernesto Ravelli, poi il 23 trasferito al Papa Giovanni e deceduto, primo morto per Coronavirus in provincia di Bergamo. E sempre ad Alzano era stato ricoverato un 83enne di Nembro il 15, con tampone risultato positivo il 23 febbraio. L’inchiesta aperta dalla Procura di Bergamo sulla gestione dei primi pazienti con coronavirus all’ospedale di Alzano “è anche un atto dovuto”, spiegano all’AGI fonti investigative che precisano come, oltre a un esposto, si sia tenuto in considerazione anche delle numerose ricostruzioni giornalistiche su quanto accaduto. L’inchiesta, riferiscono le stesse fonti, “sara’ lunga”, tenuto conto pure delle difficolta’ a compiere attivita’ investigative alla luce delle restrizioni dettate dall’emergenza coronavirus. Da ambienti giudiziari, trapela che bisognera’ tenere conto da un lato della vicenda dolorosissima per le vittime, i familiari e tutta la città, dall’altro dell’opera del personale medico e paramedico che sta lavorando con dedizione e ritmi serratissimi. Cuore dell’indagine sarà capire come sia maturata la decisione del 23 febbraio di chiudere e poi riaprire subito il pronto soccorso dopo il ricovero dei primi pazienti positivi. Ah, in ultimo: c’è qualcuno che come al solito si autoattribuisce i meriti dell’inchiesta in base ad alcuni servizi giornalistici. In realtà l’inchiesta è stata aperta dopo un esposto di Stefano Salvi, ex inviato del tg satirico Striscia la notizia, passato alla storia della tv per la celebre intervista ‘silenziosa’ al banchiere Enrico Cuccia che, di fronte alla sua raffica di domande, restò muto.

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