Salvini non ce la fa proprio a prendere le distanze da Durigon | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-12

Il leader della Lega difende il sottosegretario del Carroccio dopo la richiesta sul parco intitolato a Mussolini a Latina

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È bravissimo perché è “il papà di quota 100”. Queste solo le parole con cui Matteo Salvini difende Durigon dalle richieste di dimissioni – e di sfiducia – emerse negli ultimi giorni (con tanto di petizioni online). Il sottosegretario al Ministero dell’Economia è finito nel mirino delle polemiche per aver chiesto al sindaco di Latina (sua città natale) di mettere da parte i nomi di Falcone e Borsellino e lasciare intitolato un parco del comune del basso Lazio ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. E, ovviamente, il leader della Lega lo difende gettando fumo negli occhi.

Salvini difende Durigon da chi chiede le sue dimissioni

“La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no – ha detto Matteo Salvini rispondendo a una domanda di Giuseppe Brindisi a Zona Bianca, su Rete 4 -. Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e né in Lega né da nessuna parte c’è nessun nostalgico di nessun regime, perché viviamo in un Paese libero e vorremmo continuare a vivere in Paese libero. Durigon è un bravissimo sottosegretario alle Finanze, è il papà di quota 100”.

E potrebbe finire qui, visto che il rumore delle unghie sugli specchi quasi oscura le parole pronunciate da Salvini. Ma il leader della Lega prosegue imperterrito: “Durigon è di Latina e chi è di Latina sa di che vicenda si parla: c’era un parco intitolato non a Benito Mussolini ma ad Arnaldo Mussolini, il sindaco di sinistra cambiò il nome di questo parco e siccome a Latina il problema di questa estate sono i rifiuti e il caos, semplicemente Durigon da cittadino di Latina invitava il sindaco di Latina più che a cambiare i nomi ai parchi a risolvere i problemi della qualità della vita dei suoi concittadini”.

Come al solito, dunque, quando c’è da prendere una posizione netta e definita si tirano in ballo altri aspetti. E così, mentre Salvini difende Durigon, persino Giorgia Meloni riesce a dire quelle parole che avrebbe dovuto pronunciare il segretario della Lega: “Al di là del merito sull’intitolazione del parco a questa o quella personalità – ha detto la leader di Fratelli d’Italia in un’intervista a Il Corriere della Sera -, non avrei toccato due nomi come quelli di Falcone e Borsellino”. Non è molto, ma è sempre più del niente.

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