Salvini ha la faccia tosta di dare la colpa ai commercialisti per il bonus preso dai leghisti

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2020-08-19

Salvini rilascia un’intervista a Panorama. Il Capitano non trova di meglio per giustificare l’operato degli eletti della Lega che si sono intascati il bonus 600 euro che dare la colpa ai commercialisti: peccato sia una fregnaccia bella e buona. Ecco perché

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Salvini rilascia un’intervista a Panorama in cui spiega che aspetta l’esito delle Regionali per una spallata al governo. C’è tutto il repertorio del Capitano: dagli sbarchi che aumentano all’emergenza coronavirus che non esiste. Dice persino che la Lega i 49 milioni non li ha mai visti, ma allora che cosa sta restituendo in comode rate? Nell’intervista Salvini parla anche dello scandalo del bonus 600 euro per le partite iva richiesto e incassato dai parlamentari Andrea Dara e Elena Murelli, oltre che da un discreto numero di consiglieri regionali della Lega in Veneto ma anche in Piemonte o in Emilia Romagna, tanto per ricordarne qualcuno. Il leader del Carroccio non trova di meglio per giustificare l’operato degli eletti del suo partito che dare la colpa ai commercialisti:

Ha colto l’irritazione per lo scandalo dei 600 euro?
Ho parlato con i commercialisti e i parlamentari coinvolti. Mi è stato spiegato che i professionisti hanno fatto la richiesta in automatico, senza chiederlo agli interessati. E che è stato restituito tutto. I parlamentari verranno sospesi, i consiglieri regionali non saranno più ricandidati perché bisogna essere iperattenti. Ma la vicenda non riguarda soltanto loro.

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Ma le parole di Salvini sono una solenne presa in giro come spiegava qualche giorno fa Giorgio Luchetta, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Commercialisti:

«Il commercialista è ancora, dopo tutti questi anni, un capro espiatorio: sono basito». A parlare è Giorgio Luchetta, vicepresidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti. Il nodo è quello che da giorni anima il dibattito politico: la vicenda dei deputati  che hanno chiesto il bonus Covid. E, in particolare, la scelta di difendersi attribuendo la decisione al commercialista. Come hanno fatto Ubaldo Bocci, coordinatore del centrodestra a Firenze, Matteo Gagliasso, consigliere leghista piemontese e Riccardo Barbisan, consigliere veneto, che a settembre non verrà ricandidato dal governatore Luca Zaia. Questo gioco a scaricare le responsabilità secondo Luchetta deve finire. «Basterebbe un po’ di amor proprio e di coraggio delle proprie azioni, invece che tirare sempre in ballo la nostra professione». Non bisogna avere una memoria di ferro, prosegue, per ricordare che l’8 aprile l’Inps negò la possibilità a commercialisti e consulenti del lavoro di fare da intermediari per i loro assistiti nell’invio tramite il pin abilitante delle richieste. Sarebbe servito un decreto ministeriale, che però non è mai arrivato. «Come possiamo essere responsabili di una cosa che non potevamo fare?»

Insomma quella che racconta il Capitano è solo una fregnaccia. Che non si vergogna di raccontare.

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