Politica
La cazziata di Salvini a Borghi
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-10-03
Il Corriere racconta che il vicepresidente del Consiglio si è arrabbiato con il leghista per le frasi sull’euro. Ma…
Matteo Salvini si arrabbia con Claudio Borghi, leghista e presidente della Commissione Finanze della Camera, per la storia della frase sull’euro pronunciata a Radio Anch’io che era stata messa in correlazione con il crollo dell’euro. Borghi è colpevole, secondo il racconto di Francesco Verderami sul Corriere della Sera, di aver fatto il Borghi:
L’altro caposaldo è la «fedeltà» all’euro e all’Europa da parte del governo, che fissa le colonne d’Ercole di ogni sua iniziativa, sconfessando così ipotesi di «piani B», che stanno costando in termini di credibilità e di interessi sul debito. Una linea condivisa da Di Maio e da Salvini, che durante il vertice ha sconfessato Borghi con un commento molto aspro.
Il leader della Lega era già intervenuto duramente con il presidente della commissione Bilancio della Camera, intimandogli di correggere la dichiarazione con cui —evocando la lira —aveva fatto salire l’Italia e la moneta unica sull’ottovolante: «Ora basta. Non è la prima volta che gli dico di smetterla». E nell’esecutivo c’è chi ha tirato un sospiro di sollievo, sperando che davvero sia stata definitivamente messa la sordina a quelli che vengono chiamati «i due tenori» del Carroccio, cioè Borghi e Bagnai.
E ad occhio pare più curiosa l’arrabbiatura di Salvini che la frase dell’onorevole leghista, il quale ha costruito la sua leadership politica proprio sulla necessità di uscire dall’euro, scrivendo insieme a Giorgetti (che oggi è diventato un difensore dell’euro) il programma della Lega:
In un articolo pubblicato su Il Populista, organo web della Lega Nord, Borghi era chiarissimo e Giorgetti co-firmava:
L’articolo sosteneva che su UE ed euro “la nostra posizione, democraticamente discussa e approvata a maggio all’ultimo Congresso di Parma con due nostre mozioni, è chiarissima, scritta e coerente da sempre. La riepiloghiamo in due righe per chi non avesse voglia di leggere i nostri documenti e per chi, magari, fa finta di non capire”. E qual è la posizione, secondo quanto scrivevano i due? Questa:
Gli altri Stati Europei sono partner naturali e fondamentali per l’Italia ma l’Unione Europea dopo Maastricht è diventata un mostro che danneggia tutti e soprattutto noi. Quindi noi vogliamo riscrivere tutti i trattati con l’obiettivo di tornare allo status di cooperazione pre-Maastricht che ha imposto moneta, parametri inventati di finanza pubblica e che col fiscal compact è diventato ancora più assurdo. Pensiamo che uno smantellamento controllato e concordato di Euro e trattati capestro sia nell’interesse di tutti. Se però dovessero dirci di no, non ci faremo umiliare come invece capita al Pd in ogni situazione, vedi beffa dei migranti.
In più, in un’intervista rilasciata oggi al Foglio il deputato è stato chiarissimo:
“Ma vi pare che se non fosse in sintonia con la linea della Lega io verrei mandato in giro a parlare in tv e alla radio quasi ogni giorno?”. In verità non sono pochi i colleghi del Carroccio che trattengono a stento una certa insofferenza per questa sua eccessiva libertà. “Ma figuriamoci”, ribatte lui, quasi a rivendicare il suo ruolo di presidente della commissione Bilancio, di responsabile economico di Matteo Salvini. E allora dalla tasca della giacca sfila il tablet e mostra il messaggio ricevuto lunedì sera dall’Ufficio di comunicazione della Lega. “Visto? Sono loro che mi chiedevano di andare a `Radio Anch’io’. Cosi come mi hanno chiesto di tornare a Piazza Pulita, giovedì, ad affrontare Padoan”.
Cosa dovrebbe fare adesso Borghi? Smettere di essere Borghi? O il problema semmai è a monte e si chiama Salvini?