Il ritiro “volontario” e “preventivo” di Emanuele Dessì

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-03

Luigi Di Maio lo annuncia sulla sua pagina Facebook: Emanuele Dessì si ritira volontariamente e preventivamente dalle elezioni nelle quali il suo nome sulla scheda ci sarà lo stesso. “In seguito ai tanti attacchi ricevuti ha deciso di fare un passo indietro per tutelare la sua persona e il MoVimento 5 Stelle, impegnandosi a rinunciare …

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Luigi Di Maio lo annuncia sulla sua pagina Facebook: Emanuele Dessì si ritira volontariamente e preventivamente dalle elezioni nelle quali il suo nome sulla scheda ci sarà lo stesso. “In seguito ai tanti attacchi ricevuti ha deciso di fare un passo indietro per tutelare la sua persona e il MoVimento 5 Stelle, impegnandosi a rinunciare alla candidatura e in ogni caso all’elezione alla carica di senatore”, fa sapere Di Maio precisando che “diversamente da molti candidati dei partiti, Dessì è incensurato, non è indagato e vive in una casa popolare che gli è stata regolarmente assegnata, come ha confermato lo stesso Comune di Frascati”.

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Emanuele Dessì si ritira “volontariamente” e “preventivamente” dalle elezioni a cui parteciperà

Il caso di Dessì arriva così alla sua conclusione più assurda: il candidato si impegna a ritirarsi anche se ieri ha spiegato e si è dichiarato completamente innocente e il comune di Frascati ha confermato la regolarità nell’assegnazione alla sua famiglia della casa popolare a 7,65 euro al mese di affitto. Dessì però è un ex consigliere comunale a Frascati, l’elezione a senatore sarebbe il suo secondo mandato ma dopo il caos generato dal servizio a Piazzapulita in cui si raccontava della casa e si riepilogava quanto scritto in un articolo pubblicato qualche giorno prima da Repubblica Roma.

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Dessì decide quindi di lasciare impegnandosi alle dimissioni da senatore in caso di elezione (quasi sicura per lui); è appena il caso di ricordare che le dimissioni del senatore Giuseppe Vacciano, anche lui eletto con il MoVimento 5 Stelle ma a Latina, sono state respinte per cinque volte e lui alla fine ha terminato il mandato. Luigi Di Maio ha auspicato che adesso si parli di più di «Luigi Cesaro, detto Giggino ‘a Purpetta, ex autista del fondatore della nuova camorra organizzato Raffaele Cutolo». Probabilmente non si rende conto del fatto che se candidare un impresentabile è stupido, difendere un proprio attivista e però promettere che mollerà un posto che si è guadagnato soltanto perché è un problema “mediatico” è irrimediabilmente scemo.

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Il MoVimento 5 Stelle ha sostenuto di aver fatto supercontrolli (forse li hanno fatti i supercompetenti?) sulle liste, e non ha avuto nulla da ridire su Dessì fino al momento in cui un servizio televisivo di Piazzapulita ha raccontato le stesse cose che erano state raccontate sui giornali qualche giorno prima: perché nessuno ha sollevato il problema nel M5S finché non è finito in tv? E soprattutto: chi non sa controllare le sue liste come può anche solo lontanamente pensare di riuscire a governare un paese?

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