Perché Grillo vuole cacciare Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-14

Riccardo Nuti e Giulia Di Vita, destinatari oggi del “cartellino rosso” di Beppe Grillo insieme a Claudia Mannino, si sono difesi su Facebook respingendo le accuse del Capo Politico nonché Garante del MoVimento 5 Stelle che Dice Sempre la Verità. Entrambi sostengono di non aver rilasciato dichiarazioni contro la magistratura o contro il candidato sindaco …

article-post

Riccardo Nuti e Giulia Di Vita, destinatari oggi del “cartellino rosso” di Beppe Grillo insieme a Claudia Mannino, si sono difesi su Facebook respingendo le accuse del Capo Politico nonché Garante del MoVimento 5 Stelle che Dice Sempre la Verità. Entrambi sostengono di non aver rilasciato dichiarazioni contro la magistratura o contro il candidato sindaco del M5S di Palermo. «Se circolano dichiarazioni in tal senso attribuite a noi sono da ritenersi non veritiere, abbiamo espresso fiducia nella giustizia a cui ci affidiamo per dimostrare la nostra innocenza», dice Nuti. «Se qualcuno trova in giro delle dichiarazioni del genere per favore me le segnali così facciamo pronta smentita. Io non ho attaccato il candidato sindaco di Palermo né tanto meno la magistratura che sta lavorando per fare luce sulla vicenda e non potrei desiderare altro», scrive Di Vita. Entrambi, casualmente, non nominano per nome e cognome Ugo Forello. 
riccardo nuti giulia di vita 1
riccardo nuti giulia di vita 2
Di cosa li accusa Beppe Grillo? Lo ha scritto lui stesso su Facebook:
riccardo nuti giulia di vita 3
Cosa è successo? In primo luogo va segnalato che Nuti e Di Vita si riferiscono a “dichiarazioni” rilasciate alla stampa, ma Beppe non ha detto questo: ha parlato genericamente di “dichiarazioni” riportate dalla stampa. Per quanto riguarda le “considerazioni nei confronti della magistratura” che non coincidono con i principi del M5S, in effetti non si capisce a cosa si riferisca Grillo. Non risulta nemmeno che la Di Vita abbia mai nominato il candidato sindaco Ugo Forello in dichiarazioni alla stampa. Per quanto riguarda Riccardo Nuti, l’onorevole già candidato sindaco di Palermo con il M5S ha rilasciato oggi un’intervista a Felice Cavallaro del Corriere della Sera in cui dice, a proposito di Forello:

Decidendo in una prima fase di non rispondere ai pm, ci siamo avvalsi di una facoltà prevista dal Codice. Fatte le indagini, un mese fa, ci siamo poi sottoposti a interrogatorio e saggio grafico, depositando due memorie per spiegare la montatura ben organizzata nel Movimento».
Organizzata da chi?
«Da chi ha poi lavorato alla designazione dell’attuale candidato a sindaco di Palermo Ugo Forello».
Vostro avversario?
«Lo staff, in autunno, ci chiese un parere. E definimmo inopportuna la candidatura di Forello, da noi attaccato in Antimafia, nel giugno 2014».
Attaccato per cosa?
«Per un conflitto di interessi simile a quello della Boschi per Banca Etruria. Da avvocato difendeva i commercianti con Addiopizzo, ma con la stessa organizzazione chiedevano i risarcimenti e stavano nella commissione ministeriale che assegnava i risarcimenti».

Nuti qui dice che c’è stata una montatura ai danni suoi, di Di Vita e di Mannino organizzata da chi ha lavorato alla “designazione” (in realtà c’è stato un voto tra gli attivisti palermitani, nessuna “designazione”) di Forello. Con molta furbizia, non fa nomi. Dimentica, però, che lui, Di Vita e Mannino nel dicembre scorso hanno denunciato il candidato sindaco di Palermo come l’autore di un complotto ai loro danni. La prova regina era una mail:
salvatore ugo forello complotto
I tre deputati hanno accusato in un esposto Forello di essere l’autore di un complotto ai loro danni teso ad addossare a loro la responsabilità delle firme false. Il tribunale di Palermo ha archiviato l’accusa. I tre deputati hanno poi deciso di farsi interrogare dal pubblico ministero prima della chiusura dell’indagine. Nell’occasione, come racconta un articolo di Felice Cavallaro uscito il 30 marzo sul Corriere della Sera e mai smentito dagli interessati, sono tornati ad accusare Forello di un complotto ai loro danni e hanno addossato responsabilità anche al deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana Giancarlo Cancelleri:
riccardo nuti giulia di vita 5
Queste dichiarazioni non sono state mai smentite da Nuti, De Vita e Mannino. E probabilmente proprio a queste Grillo, Capo Politico nonché Garante del MoVimento 5 Stelle riconosciuto come Tale da Nuti, Mannino e Di Vita che mai hanno contestato espulsioni o processi sommari nei confronti di altri iscritti al 5 Stelle, si riferisce (infatti Beppe non ha parlato di dichiarazioni di oggi, ma più genericamente di dichiarazioni). In più sempre a carico di Nuti, c’è quanto scritto su Facebook nel febbraio scorso. Riferendosi alle elezioni a Palermo, Nuti disse: “In questa tornata non c’è il Movimento cinque stelle. Inutile far finta di nulla e chiudere gli occhi“. Immediata la replica dell’attivista che gli replicò: “Sono basita dalle tue parole. Giocate a fare le correnti? Complimenti. Chi tiene al M5S va al di là delle questioni personali”. E Nuti: “Nessuna corrente e nessun gioco ma possiamo mai appoggiare persone che il M5S ha attaccato in Commissione Antimafia nel 2014? Possiamo mai appoggiare la stessa persona che abbiamo denunciato alla Procura con un esposto?“. Ora starà a loro decidere se smentire quello che hanno detto davanti ai magistrati e su Facebook – e cominciare a chiamare per nome e riconoscere come candidato del M5S a Palermo Ugo Forello – oppure apprezzare da vicino come funziona la Legge del Padrone del MoVimento 5 Stelle.

Leggi sull’argomento: Firme False e Beppe Grillo sordo: la teoria del complotto dei deputati di Palermo

Potrebbe interessarti anche