“Vogliono legalizzare la cocaina”, questa e altre bufale della Lega per affossare il Referendum sulla cannabis

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-03

Come accaduto con il ddl Zan, il Carroccio sta raccontando una serie di fake news attorno alla raccolta firme per chiedere la depenalizzazione sulla cannabis

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Dopo quanto accaduto in Senato la scorsa settimana sul ddl Zan, la Lega tenta un nuovo blitz per fermare e affossare la raccolta firme per il Referendum Cannabis legale. In Commissione Affari Costituzionali il partito di Matteo Salvini ha presentato un emendamento per far decadere la proroga concessa dal governo, con la scadenza posticipata dal 30 settembre (come previsto all’inizio) al 31 ottobre. E lo sta facendo raccontando la solita marea di bufale.

Referendum cannabis, le bufale della Lega per affossare la raccolta firme

Facciamo un passo indietro. La proroga per la raccolta firme per la richiesta di un Referendum cannabis legale era stata decisa dal Consiglio dei Ministri per via di alcune criticità emerse nel corso dell’ultima settimana di settembre: i ritardi dei Comuni nella consegna dei certificati elettorali per “certificare” le firme raccolte. Per questo motivo – dato che il problema era a livello burocratico – Palazzo Chigi (con l’astensione dei ministri della Lega) aveva deciso di concedere un ulteriore mese, scaduto domenica 31 ottobre. Ma ora il Carroccio tenta il doppio colpo. Ma lo fa inanellando una serie di bufale riassunte nel commento di Igor Iezzi, capogruppo del partito di Matteo Salvini in Commissione Affari costituzionali.

Partiamo dalla prima parte: “Il Governo ha sbagliato a dare il via libera al referendum sulle droghe attraverso la proroga di un mese del tempo necessario per raccogliere le firme. Un doppio errore, sia nel metodo sia nel merito. Nel metodo, innanzitutto, perché inserire una norma di chiara natura elettorale all’interno di un decreto legge rappresenta un errore clamoroso e di certo non basta, come scusante, considerarlo un provvedimento attinente alle regole procedurali”. In realtà, proprio la sussistenza delle “regole procedurali” rappresenta lo strumento che ha permesso un intervento diretto del governo (nella figura del Consiglio dei Ministri) senza passare dal Parlamento. Inoltre, non si tratta di una “norma di chiara natura elettorale”, visto che i proponenti del Referendum Cannabis legale non fanno parte della classe politica italiana.

Proseguiamo con la seconda dichiarazione del leghista Iezzi:  “L’esecutivo si è così schierato al fianco di un referendum truffa, che meschinamente parla di cannabis quando in realtà si occupa per la maggior parte di droghe pesanti. Se alcuni partiti della maggioranza vogliono legalizzare la cocaina lo dicano chiaramente. Noi siamo e saremo sempre contrari”. Peccato che di tutto ciò non vi sia traccia. Riportiamo, infatti, il testo del quesito referendario su cui si è svolta la raccolta firme.

La Lega si appiglia al riferimento “depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza”. Ma, come si può vedere dall’immagine, è presente un asterisco che spiega: “si mantengono le condotte di detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze che possono essere applicate per le condotte diverse dall’uso personale“. Nessuna legalizzazione della cocaina, come sostiene il Carroccio attraverso le parole di Iezzi.

(foto: da Instagram)

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