Economia
Reddito di cittadinanza: l’aumento e il lavoro nei campi per i percettori
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-03
A chi spetta l’aumento del reddito di cittadinanza? Sorridono i percettori del sussidio che attualmente prendono meno di 400 euro mensili: da maggio in poi, per arrivare a questa cifra, potranno richiedere come integrazione il reddito di emergenza, che avrà appunto un valore di partenza di 400 euro e una durata di tre mesi
Il reddito di cittadinanza cambia per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19: come annunciato ieri, la soglia del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) è incrementata da 9.360 euro a 10.000 euro. Ma, spiega oggi Il Messaggero, ci sono anche altre novità:
Ma a chi spetta l’aumento del reddito di cittadinanza? Sorridono i percettori del sussidio che attualmente prendono meno di 400 euro mensili: da maggio in poi, per arrivare a questa cifra, potranno richiedere come integrazione il reddito di emergenza, che avrà appunto un valore di partenza di 400 euro e una durata di tre mesi. Secondo gli ultimi dati dell’Inps, aggiornati all’8 aprile, sono circa 370mila nuclei che si trovano in questa condizione su un totale di un milione di famiglie raggiunte dal reddito di cittadinanza.
Di più. Sempre stando alla bozza che sta circolando in queste ore, i beneficiari del sussidio introdotto un anno fa potranno accedere anche alle altre indennità per i lavoratori danneggiati dall’emergenza epidemiologica. Come, per esempio, il bonus autonomi: in questo caso però la somma dei due benefici non dovrà superare la soglia dei 600 euro. In tutto sono 700 mila le famiglie in possesso della card del reddito di cittadinanza che ricevono al momento fino a 600 euro al mese dallo Stato.
Quanto all’ipotesi di sfruttare i beneficiari del reddito di cittadinanza ritenuti occupabili per risolvere quest’estate il problema della carenza di manodopera nel settore agricolo, la novità riguarda un milione di persone. Secondo i calcoli dell’Anpal sono 966mila gli attivabili, ovvero il 39 per cento degli attuali 2,4 milioni percettori del reddito di cittadinanza. In 700mila si sono già recati nei centri per l’impiego per sottoscrivere i patti per il lavoro e dunque sono pronti per essere impiegati. S
olo in 65mila avevano trovato un’occupazione prima del lockdown, meno del 10 per cento dunque: il 61,8 per cento dei contratti sottoscritti è a tempo determinato, il 18,3 per cento a tempo indeterminato mentre il restante 20 per cento è composto da altri contratti, tra i quali rientrano la somministrazione, le collaborazioni e altre fattispecie di breve durata. Potranno stipulare con i datori di lavoro del settore agricolo contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per altri 30, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti, purché il compenso complessivo non superi quest’anno il limite dei duemila euro. Subirà il medesimo trattamento anche chi percepisce la Naspi.