Politica
Il Fatto e la spartizione della RAI di Salvini e Di Maio
neXtQuotidiano 25/07/2018
Padellaro all’attacco: un nuovo stile di spartizione per Lega e M5S sul servizio pubblico
Antonio Padellaro sul Fatto Quotidiano di oggi critica Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la logica spartitoria con cui i due partiti che compongono la maggioranza gialloverde e sostengono il governo Conte stanno approcciando alla questione RAI, che da sempre è la cartina di tornasole dell’atteggiamento dei partiti nei confronti del servizio pubblico da lottizzare:
Ma il problema che ha Di Maio e la sua squadra di governo è “a monte”, come si diceva una volta. Esso consiste nel nodo, inestricabile (almeno nel giudizio di questo diario) che lega Casaleggio, la Casaleggio Associati e la piattaforma Rousseau con il MoVimento. E di conseguenza con i gruppi parlamentari M5S, e quindi con la delegazione grillina nell’esecutivo giallo-verde.
Da questo falansterio tecnopolitco preferiamo escludere l’Elevato Beppe Grillo che, come può capitare ai fondatori, una volta dice cose giudicate buone e giuste, mentre la volta dopo lo si liquida sostenendo che parla “a titolo personale”. Facciano come credono, anche se da cittadino italiano gradirei che Di Maio nel suo sensibile ruolo di governo fosse lasciato in pace, senza visioni che non tengono conto dell’interesse pubblico.
Il problema, secondo Padellaro, è che lo stile di spartizione è sempre tale anche se la maggioranza è di molto cambiata:
In relazione al quale (visto che ci siamo) non si comprende (o si comprende benone) quale significato dare al casting inaugurato dal medesimo Di Maio e da Matteo Salvini che – leggiamo su Repubblica – “iniziano a incontrare riservatamente i potenziali vertici della nuova Rai”. Lo fanno per segnare il “cambiamento”?
Non più i partiti che occupano la Rai bensì la Rai che per fare prima si consegna direttamente ai partiti ? Per affermare, con quel “riservatamente”, un nuovo stile di spartizione: si fa ma non si dice? Per fornire al derelitto Pd un osso da rosicchiare? Oppure da quale altra “visione”i vicepremier sono stati ispirati, di grazia?