Quarantena 10 giorni: come funziona l’isolamento per chi non ha sintomi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-12

4 casi di persone in isolamento: chi può usufruire della quarantena a dieci giorni. Si potrà uscire con un solo tampone negativo. Per i contatti stretti sarà necessario solo il test rapido. E potranno farlo anche medici di base e pediatri

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Il Comitato tecnico scientifico ha dato l’assenso al cambiamento del periodo di quarantena. Per chi non ha sintomi sarà di 10 giorni. Verranno chiariti i dettagli con una circolare del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza. Si potrà uscire dall’isolamento con un solo tampone negativo. E per i contatti stretti sarà sufficiente il test rapido

Quarantena 10 giorni: come funziona l’isolamento per chi non ha sintomi

Bisogna sottolineare che chi è positivo e ha sintomi potrebbe uscire dalla quarantena dopo 10 giorni, ma solo in un caso: quando il decimo giorno il tampone risulti negativo e il soggetto non abbia sintomi già da tre. L’isolamento ridotto è stato perciò pensato soprattutto per chi è asintomatico o si trova in quarantena come contatto stretto di un postivo. Inoltre chi non riesce a negativizzarsi nonostante sia guarito dopo 21 giorni potrà uscire comunque dalla quarantena. Per il CTS non è più contagioso. Il Messaggero spiega nel dettaglio il funzionamento della quarantena:

Il Cts ieri ha dato il via libera alla riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni per chi deve restare in isolamento e non ha alcun sintomo. E ha accettato di liberare gli asintomatici (o i sintomatici che ormai non sono più malati) anche con un solo tampone negativo. Fino ad oggi l’Italia ha applicato una linea molto prudente che esige il doppio test negativo. In questo modo c’è chi sta bene ma resta prigioniero per mesi perché magari ha tracce del virus, risulta positivo ma non è più contagioso. Più nel dettaglio: il positivo asintomatico può uscire dall’isolamento dopo 10 giorni e con un tampone negativo; il positivo sintomatico può farlo sempre dopo la quarantena di dieci giorni di cui gli ultimi tre consecutivi senza sintomi e con il tampone negativo; il contatto stretto di un positivo è libero dopo 10 giorni di isolamento e un tampone negativo, ma in questo caso è sufficiente quello rapido, mentre in tutti gli altri casi serve quello di tipo molecolare. Via libera alla possibilità di eseguire i tamponi dai medici di base e dai pediatri di libera scelta. Si tratta di una svolta importante, perché con la riapertura delle scuole si sono moltiplicate le occasioni in cui viene chiesto l’esame. Il sistema non sta reggendo e le lezioni rischiano la paralisi. Dal medico di base sarà possibile eseguire tanto il tampone molecolare (il materiale prelevato verrà poi inviato al laboratorio) quanto quello antigenico (il cosiddetto tampone rapido, che restituisce il responso dopo 20-30 minuti)

quarantena a dieci giorni come stanno le cose

L’accorciamento della quarantena e la riduzione dei test del tampone necessari per potersi dire guariti, così come l’utilizzo dei test rapidi abbasseranno lo stress delle strutture che devono cercare nuovi positivi e le file di chi deve effettuare il tampone per confermare il sospetto di contagio. La maggior parte dei test saranno destinati a tracciare nuovi positivi invece che a liberare quelli in isolamento, spiega La Stampa:

 

Il pacchetto di misure è stato valutato già ieri con gli esperti del Comitato tecnico scientifico, a loro Speranza ha chiesto di lavorare soprattutto per trovare soluzioni che snelliscano le procedure per i tamponi e i test e, appunto, per accorciare i tempi della quarantena come già è stato fatto in altri paesi europei. Attualmente poco meno della metà dei tamponi effettuati ogni giorno servono non tanto a intercettare nuovi contagiati quanto a “liberare” i malati dall’isolamento, perché per essere dichiarati guariti ce ne vogliono due negativi consecutivi. Ma il Cts ha dato l’ok, d’ora in poi basterà un tampone negativo e questo libererà risorse per testare i sospetti nuovi malati. Per evitare le code per i tamponi viste in questi giorni, poi, il governo ha chiesto ai tecnici del Cts il via libera anche ai test rapidi – quelli antigenici – sia per le scuole che per coloro che hanno avuto contatti non stretti con un contagiato

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