Partite IVA, il PIN semplificato per l’assegno da 600 euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-27

Per chi non ha già una chiave d’accesso dispositiva (Pin, Spid, carta d’identità elettronica, carta nazionale dei servizi) l’Inps ha deciso una procedura semplificata di rilascio del Pin, che non avverrà più in due passaggi (il primo online e il secondo per posta) ma in uno solo. Gli interessati potranno chiedere questo Pin semplificato sul sito www.inps.it oppure chiamando il numero verde 803164 o il numero 06164164

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Ieri l’Inps ha deciso di semplificare l’iter per ottenere il PIN per accedere al sito e presentare (dalla prossima settimana, promette l’istituto) le domande per il bonus da 600 euro per gli autonomi (che si prevede verrà pagato ad aprile) e per il voucher baby sitter (ieri l’Inps ha emanano la circolare ad hoc, ma anche qui bisognerà aspettare un mese per vedersi accreditato il bonus). Ora, attenzione ai giochi di parole: l’INPS dice che non ci sarà un click day, e quindi il bonus baby sitter non andrà semplicemente a chi lo chiede prima come si raccontava ieri, perché il periodo per presentare le richieste resterà aperto, ma per i pagamenti si seguirà comunque l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Questo però significa che chi arriverà prima percepirà subito il bonus, chi arriverà dopo dovrà attendere che il governo stanzi ulteriori risorse (lo farà?). E quindi ci sarà un click day. Enrico Marro spiega come funzionerà con il PIN sul Corriere della Sera:

Per chi non ha già una chiave d’accesso dispositiva (Pin, Spid, carta d’identità elettronica, carta nazionale dei servizi) l’Inps ha deciso una procedura semplificata di rilascio del Pin, che non avverrà più in due passaggi (il primo online e il secondo per posta) ma in uno solo. Gli interessati potranno chiedere questo Pin semplificato sul sito www.inps.it oppure chiamando il numero verde 803164 o il numero 06164164.

Una volta ricevute via sms o email le prime otto cifre del Pin, l’utente non dovrà più attendere l’arrivo per posta della seconda parte del codice ma potrà direttamente operare sul sito per compilare e presentare la domanda per le seguenti prestazioni: indennità di 600 euro per autonomi, professionisti, cococo, stagionali del turismo, dell’agricoltura, lavoratori dello spettacolo e per il voucher baby sitter. Solo per quest’ultimo,anche se la domanda può essere presentata con il Pin semplificato, bisognerà attendere la seconda parte del Pin, necessaria per registrarsi sulla piattaforma Libretto di Famiglia, dove verrà accreditato il voucher di 600 euro (mille per il personale della sanità).

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Coronavirus, gli interventi a sostegno delle categorie (Il Sole 24 Ore, 19 marzo 2020)

Quanto bisogna attendere per i soldi? Tridico dice che «dalla prossima settimana partirà la domanda online ed entro al massimo 30 giorni noi pensiamo di pagare. Questa settimana abbiamo giù messo on line la domanda per la cassa integrazione ordinaria e le imprese stanno già facendo domanda. Dalla prossima settimana, conclusi gli accordi con le Regioni, sarà possibile fare anche la domanda per la cig in deroga». Per la cassa, però, secondo i sindacati, si rischia che i soldi arrivino solo tra qualche mese. Per la CIG, spiega oggi Valentina Conte, si pensa anche a farla pagare alle banche:

I sindacati suggeriscono di rispolverare il vecchio accordo siglato con l’Abi, l’associazione bancaria italiana, rinnovato a più riprese nel decennio della crisi finanziaria del 2008 per anticipare la sola Cassa in deroga. Qui si tratterebbe di uno sforzo più ampio per tagliare i tempi ordinari da 2-3 mesi a 15 giorni. Il singolo lavoratore — dipendente o autonomo — potrebbe andare in banca o vedere accreditato il sussidio sul conto, anticipato dagli istituti di credito che poi verrebbero rimborsati, senza interessi, dalla stessa Inps. I contatti tra governo, Inps e Abi sono in corso. Non occorre aspettare il decreto di aprile, altri 25 miliardi per sostenere la sanità e l’economia.

Si può fare subito, i protocolli sono già collaudati. I sindacati spingono per questa soluzione perché temono un sovraccarico dell’Inps nel gestire una mole enorme di richieste. In una lettera unitaria Cgil, Cisl e Uil chiedono al presidente dell’Inps e ai ministri Catalfo (Lavoro) e Gualtieri (Economia) di portare i tempi di erogazione a 15 giorni dall’accettazione della domanda o dalla richiesta individuale. Senza correttivi, temono una slittamento da marzo a giugno: tre mesi a zero reddito per milioni di lavoratori. D’altro canto i sindacati si augurano che le aziende — specie le grandi — possano anticipare le somme ai loro dipendenti.

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