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Nessun divieto per le bottiglie di vetro a Piazza San Carlo
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-07-24
Le prescrizioni della Commissione provinciale di vigilanza, i famosi diciannove punti che dovevano essere rispettati per ottenere il via libera alla manifestazione, non prevedevano il divieto alla vendita delle bottiglie di vetro. Così come non c’è un punto specifico su come effettuare il filtraggio agli ingressi della piazza
Le prescrizioni della Commissione provinciale di vigilanza su Piazza San Carlo non prevedevano il divieto alla vendita delle bottiglie di vetro. Il particolare, raccontato oggi da Paolo Griseri su Repubblica Torino, emerge dal racconto di Maurizio Rafaiani, tenente in congedo dei carabinieri e presidente dell’associazione di protezione civile dei militari in pensione.
Nessun divieto per le bottiglie di vetro a Piazza San Carlo
E rischia di mettere in discussione ulteriormente la catena di responsabilità che ha portato al disastro con l’attacco di panico collettivo su cui la procura di Torino ancora indaga. In questi giorni i giornali hanno riportato i verbali della commissione comunale di inchiesta sul 3 giugno, dai quali si evince, ad esempio, che non c’è stato alcun controllo sul garage sotterraneo, dove un volontario ha visto due pulmini che potevano contenere le bottiglie di vetro poi portate in piazza. Ma non si racconta solo questo:
Dai lavori della commissione emerge una nuova verità: le prescrizioni della Commissione provinciale di vigilanza, i famosi diciannove punti che dovevano essere rispettati per ottenere il via libera alla manifestazione, non prevedevano il divieto alla vendita delle bottiglie di vetro. Così come non c’è un punto specifico su come effettuare il filtraggio agli ingressi della piazza. «Ricordo che nel piano era prevista la sorveglianza degli accessi», dice Giorgio Villani della Commissione provinciale di vigilanza.
Ma quando i commissari gli chiedono di produrre il documento, Villani non sa indicare di preciso dove si trovi e risponde in modo generico: «Quella del filtraggio era una questione di cui abbiamo parlato» in commissione. Rafaiani, che quel giorno si trovava in piazza, spiega invece che non c’era filtraggio all’uscita del parcheggio sotterraneo. E aggiunge anzi un particolare inquietante: «Quando siamo andati a chiudere gli accessi alle 14 purtroppo in piazza c’era già gente. E questo è stato il problema più grosso». Perché è evidente che chi era arrivato il mattino presto da fuori Torino e si era sistemato davanti allo schermo alle 8, non sarebbe stato contento di uscire per bonificare la piazza.
L’ondata di panico a Piazza San Carlo
La Stampa invece racconta che in un passaggio delle carte della Commissione Comunale si parla anche delle ondate di panico che hanno scatenato l’ecatombe di feriti e alla fine hanno fatto una vittima. E si sostiene che una non fosse fortuita:
È in quel momento che tra gli spettatori, per la prima volta, si è scatenata la paura. «Quando è scoppiato l’evento io ero vicino alla prima ondata, che è partita dal lato di via Lagrange, all’altezza della discesa verso il parcheggio. Io e un uomo della celere abbiamo visto la gente saltare: erano appollaiati sulla ringhiera della discesa. Un attimo prima abbiamo sentito un rumore sordo. Probabilmente a qualcuno è caduta una bottiglia nel buco. Non credo l’abbiano fatto apposta».
Gli effetti, però, sono stati subito evidenti. «Saltando giù hanno iniziato a spingere. Noi ci siamo messi sotto alle volte. La folla ci ha portato via per metri. Abbiamo protetto due anziani con un bambino, mentre passava l’onda. Il poliziotto è rimasto lì, io e un vigile del fuoco siamo andati al cavallo. C’era gente a terra».
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