Economia
Il piano da 50 miliardi di infrastrutture del governo Lega-M5S
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-08-20
L’esecutivo punta a spendere 2-3 punti di PIL e a chiedere 50 miliardi all’Europa
Cinquanta miliardi da spendere in grandi operazioni di manutenzione e messa in sicurezza del paese. Il piano del governo Lega-M5S prevede un obiettivo di spesa ambizioso supervisionato da Giancarlo Giorgetti – che ieri ha spiegato il vero piano sulla TAV, che non prevede il blocco dell’opera – e con la partecipazione dei ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture), Giovanni Tria (Economia), Paolo Savona (Rapporti con l’Europa), Luigi Di Maio (Sviluppo).
Il Provveditorato alle opere pubbliche il 16 agosto, quarantott’ore dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova, ha inviato a Comuni, Province e Regioni una lettera in cui ha chiesto di comunicare entro la fine del mese le opere infrastrutturali presenti nel loro territorio, specificando gli interventi di consolidamento fatti e quelli da compiere. Il secondo passo, come spiega il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, sarà lo sblocco dei fondi per l’edilizia scolastica e di quelli arenati nei vari ministeri. «Entro la fine dell’anno contiamo di arrivare a quota 5 miliardi», afferma Rixi.
E i soldi? Il governo mira a sbloccare tutti i fondi messi a disposizione e poi di andare a Bruxelles: l’Italia busserà alla commissione di Bruxelles presieduta da Jean-Claude Juncker per chiedere ampi margini di spesa, a dispetto del patto di stabilità e dei suoi parametri. A palazzo Chigi parlano di 2-3 punti di Pil. Vale a dire tra i 33 e i 49,5 miliardi.
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