Il piano da 50 miliardi di infrastrutture del governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-20

L’esecutivo punta a spendere 2-3 punti di PIL e a chiedere 50 miliardi all’Europa

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Cinquanta miliardi da spendere in grandi operazioni di manutenzione e messa in sicurezza del paese. Il piano del governo Lega-M5S prevede un obiettivo di spesa ambizioso supervisionato da Giancarlo Giorgetti – che ieri ha spiegato il vero piano sulla TAV, che non prevede il blocco dell’opera – e con la partecipazione dei ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture), Giovanni Tria (Economia), Paolo Savona (Rapporti con l’Europa), Luigi Di Maio (Sviluppo).

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Il contributo dell’Europa su opere e trasporti (Corriere della Sera, 17 agosto 2018)

Il Provveditorato alle opere pubbliche il 16 agosto, quarantott’ore dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova, ha inviato a Comuni, Province e Regioni una lettera in cui ha chiesto di comunicare entro la fine del mese le opere infrastrutturali presenti nel loro territorio, specificando gli interventi di consolidamento fatti e quelli da compiere. Il secondo passo, come spiega il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, sarà lo sblocco dei fondi per l’edilizia scolastica e di quelli arenati nei vari ministeri. «Entro la fine dell’anno contiamo di arrivare a quota 5 miliardi», afferma Rixi.

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Le infrastrutture contestate dal M5S (Corriere della Sera, 25 luglio 2018)

E i soldi? Il governo mira a sbloccare tutti i fondi messi a disposizione e poi di andare a Bruxelles: l’Italia busserà alla commissione di Bruxelles presieduta da Jean-Claude Juncker per chiedere ampi margini di spesa, a dispetto del patto di stabilità e dei suoi parametri. A palazzo Chigi parlano di 2-3 punti di Pil. Vale a dire tra i 33 e i 49,5 miliardi.

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