Il Grande Piano del M5S per fregare Salvini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-08

Toninelli, che ieri era così disperato da vantarsi della colata di cemento che ha posto in essere dal ministero delle Infrastrutture facendo arrabbiare ancora di più i grillini già furiosi con Di Maio, è la vittima sacrificale prescelta per salvare le poltrone. Ma potrebbe non bastare

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Federico Capurso su La Stampa oggi racconta in un retroscena il grande piano del MoVimento 5 Stelle per fregare Salvini, un piano talmente diabolico che sta scritto sul giornale, e che parte dal tributo di sangue chiesto dalla Divinità in Console per continuare a stare al governo con i grillini:

Tutte le opzioni sono ancora in campo, ma nessuna è indolore. La testa del ministro Toninelli viene reclamata ormai apertamente dalla Lega. Ma sembra che sia proprio lui, Toninelli, a non voler cedere il testimone. Nemmeno quando, dopo aver preso in faccia la bocciatura della mozione anti-Tav, si presenta in commissione alla Camera per parlare del dossier Grandi Navi a Venezia. Il clima è surreale. Più di una volta, dai banchi delle opposizioni, si chiede se stia parlando a titolo di ministro o di ministro dimissionario.

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Toninelli, che ieri era così disperato da vantarsi della colata di cemento che ha posto in essere dal ministero delle Infrastrutture facendo arrabbiare ancora di più i grillini già furiosi con Di Maio, è la vittima sacrificale prescelta per salvare le poltrone. Ma potrebbe non bastare. Di qui il piano diabolico:

Di Maio, in realtà, sembrerebbe intenzionato a portare la testa del suo ministro a Salvini, poggiata su un vassoio d’argento. Ma il clima di sfiducia sulle sorti di questa alleanza, all’interno del partito pentastellato, è tale da far sollevare più di una perplessità su questa soluzione. «Se gli diamo la testa di Toninelli, non risolveremo nulla. Tra un mese chiederà anche quella altri ministri», sostiene un senatore di peso. «Piuttosto, dovremmo promettere a Salvini un rimpasto a settembre, dopo il taglio dei parlamentari, e una volta ottenuto quello dirgli che del rimpasto non se ne fa nulla». Ormai, siamo ai piani di vendetta.

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