Perché Trump ha cacciato il direttore dell'FBI

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-10

Dopo averne lodato le gesta quando riaprì l’indagine sui server privati della Clinton contribuendo a farle perdere le elezioni, il presidente USA ha licenziato il capo del Bureau. Il motivo ufficiale è il modo con cui ha gestito l’inchiesta su Hillary Clinton ma molti puntano il dito contro un’altra faccenda: quella sui rapporti tra alcuni consiglieri di Trump e la Russia durante le presidenziali 2016. E c’è chi agita lo spettro di Nixon e del Watergate

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Donald Trump ha licenziato James Comey, il direttore dell’FBI. Lo ha fatto all’indomani dell’incontro alla Casa Bianca con il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov. A fine marzo Comey in un’audizione aveva negato l’esistenza di prove di uno spionaggio ai danni di Trump ordinato da Barack Obama. Comey era al terzo anno di un mandato di dieci anni. La durata dell’incarico era stata stabilita dal Congresso per dare al Direttore del Bureau un mandato che gli consentisse di non subire pressioni politiche.

La storia dei rapporti tra Trump e Comey

Comey però non è sempre stato un “nemico” di Trump. Durante la campagna elettorale per le presidenziali la decisione del Bureau di mettere sotto inchiesta Hillary Clinton per la questione del suo server email privato aiutò notevolmente il candidato repubblicano. Dopo l’elezione di Trump però Comey iniziò ad indagare su eventuali rapporti tra lo staff di Trump e alcuni agenti russi. L’obiettivo dell’inchiesta era verificare l’esistenza di contatti tra alcuni consiglieri di Trump e agenti di una potenza straniera allo scopo di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali.

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La lettera di licenziamento di Trump

Il Presidente USA ha giustificato il licenziamento di Comey spiegando che riguarda il modo con cui il Direttore del Bureau ha gestito l’inchiesta sulla Clinton. Nella lettera di licenziamento Donald Trump ricorda che “in tre diverse occasioni” Comey ha ribadito che il Presidente non è attualmente sotto indagine. Un passaggio che è stato letto da molti come un tentativo di mettere le mani avanti per evitare di far pensare che il licenziamento del capo dell’FBI sia dovuto alle indagini in corso su alcuni suoi stretti collaboratori.

Quando Trump lodava Comey per l’inchiesta su Hillary Clinton

Eppure a fine ottobre 2016 Trump, che prima aveva duramente criticato l’FBI per non aver aperto un’inchiesta sui server privati della Clinton, aveva lodato la decisione di Comey di aprire un’indagine. Trump dichiarò che James Comey aveva avuto il fegato (“the guts”) di andare contro la Clinton nonostante l’opposizione di coloro che volevano proteggere l’ex Segretario di Stato da un’inchiesta penale. Il mese scorso però il Presidente era tornato ad attaccare il Direttore del Bureau dicendo che era stato troppo buono con la Clinton.
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L’ultimo attacco una settimana fa, via Twitter, quando il Presidente cinguettò che Comey è stata “la cosa migliore capitata a Hillary Clinton” perché le ha dato la possibilità di farla franca in diverse occasioni.
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Curiosamente durante la campagna elettorale sia Trump che l’attuale procuratore generale Jeff Sessions lodarono Comey per aver compiuto azioni (ad esempio aver fattivamente condizionato la politica USA con l’inchiesta sulla Clinton) che ora sono il motivo del suo licenziamento. A quanto pare è da circa una settimana che Trump medita di fare fuori Comey e la decisione di farlo è arrivata quasi all’improvviso e all’insaputa di molti.

Donald Trump sull’orlo di un nuovo Watergate?

La decisione di rimuovere il Direttore dell’FBI ha fatto piovere su Trump critiche sia da parte democratica sia da parte repubblicana. Kellyanne Conway, consigliera di Trump che ha inventato il termine alternative facts, ha ribadito che la decisione del Presidente non ha nulla a che fare con l’inchiesta sui rapporti tra alcuni dirigenti della campagna elettorale di Trump e agenti della Russia. È indubitabile però che Trump non abbia gradito l’ammissione fatta da Comey durante un’audizione al Senato sull’esistenza di un’indagine sui legami tra la sua campagna elettorale e la Russia.
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Non è la prima volta che un Direttore del FBI viene licenziato da un Presidente (accadde nel 1993 durante la presidenza Clinton con il licenziamento di William S. Sessions). Ma a preoccupare di più è un altro precedente: quello di un Presidente che licenzia una persona che sta indagando su di lui. La memoria corre al “Saturday Night Massacre” dell’ottobre 1973 quando Richard Nixon licenziò lo ‘special prosecutor’ Archibald Cox che stava conducendo le indagini sul Watergate che avrebbero portato alle dimissioni di Nixon.
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Due giorni fa Trump era tornato all’attacco sulla storia dei legami Russia-Trump definendola una balla colossale e chiedendo la fine di questa farsa pagata con i soldi dei contribuenti. Poco dopo Trump licenzia la persona che sta guidando quell’indagine. Lo avrà fatto per far risparmiare i soldi dei contribuenti o per evitare che l’indagine – che al momento non lo tocca direttamente ma che riguarda solo alcuni suoi stretti collaboratori – andasse troppo avanti?

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