Politica
Gli otto milioni di euro che il PD deve ai fornitori
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-07-24
Il Partito Democratico deve ancora pagare i fornitori per la campagna referendaria. La cifra precisa è di 7 milioni e 767mila euro
Wanda Marra sul Fatto Quotidiano racconta oggi che il Partito Democratico deve ancora pagare i fornitori per la campagna referendaria. La cifra precisa è di 7 milioni e 767mila euro, come si evince dai bilanci del partito:
Il partito deve ancora pagare i fornitori della campagna referendaria: non pochi spiccioli, ma quasi 8 milioni di euro (per essere precisi 7 milioni e 767mila).La campagnaperil Sì è costata ben 14 milioni di euro, se si mettono insieme i quasi 12 milioni a bilancio nel 2016 e i circa 2 milioni spesi dai gruppi di Camera e Senato (come scritto dal Fatto quotidiano). Un salasso fallimentare che ha messo il partito in una situazione di non ritorno, con 9 milioni e mezzo di rosso. E una serie di debiti ancora da saldare.
A fine 2016 –secondo il rendiconto chiuso alla fine dell’anno –il Pd aveva 4, 607 milioni di debiti con i fornitori da pagare entro fine 2017 (l’anno prima erano solo 837mila). A questi, vanno aggiunti altri 3,160 milioni: il Pd sostiene che li pagherà nel 2018 “se”sa rà raggiunto l’accordo con i fornitori. Che potrebbero chiedere anche di pagare subito, non un anno dopo.
Al conto si aggiungono i 9 milioni di rosso in bilancio già certificati per il 2016 e gli annunci di cassa integrazione per i 184 dipendenti che lavorano per il partito.
In questo clima non stupisce il fatto che in molti credano che Renzi stia pensando di liquidare ilPd così com’èe di dar vita a qualcosa di diverso: uno scenario sempre smentito ufficialmente dal segretario e dai suoi fedelissimi, ma che potrebbe essere l’ultima ratio in una situazione ormai irrecuperabile. Il tema economico e quello politico vanno insieme: comunque vada, ci saranno le elezioni nei primi mesi del 2018. Come farà un partito ridotto in questo modo ad affrontare le spese e le tensioni politiche di una campagna elettorale?
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