Il PD apre alla revoca di Autostrade

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-14

L’idea sarebbe stata partorita a Palazzo Chigi, dall’avvocato esperto in mediazioni che oggi occupa la poltrona di premier. Giuseppe Conte ha chiesto a M5S e Pd di adottare la logica con la quale lui conduceva gli arbitrati

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Il Partito Democratico apre alla revoca delle concessioni per Autostrade e i Benetton. Dopo le notizie dell’inchiesta bis sul Ponte Morandi anche l’alleato di governo del MoVimento 5 Stelle sembra essersi convinto a chiudere la questione. Racconta oggi Paolo Baroni su La Stampa:

È stato l’ex ministro alle Infrastrutture e oggi capogruppo Graziano Delrio invece a fare un passo in più, con una dichiarazione che ha sorpreso tanti: «Alcune concessioni, in particolare quelle collegate alla tragedia del Morandi vanno viste, come già sta facendo la Presidenza del Consiglio, con esperti che potranno anche arrivare fino alla revoca». Una revoca parziale, dunque, della A10, il tratto autostradale del ponte Morandi, come offerta di compromesso che placherebbe i 5 Stelle e alla fine potrebbe anche convincere Atlantia, casa madre di Aspi, a non trascinare la questione in tribunale.

L’idea sarebbe stata partorita a Palazzo Chigi, dall’avvocato esperto in mediazioni che oggi occupa la poltrona di premier. Giuseppe Conte ha chiesto a M5S e Pd di adottare la logica con la quale lui conduceva gli arbitrati, di guardare ai pareri giuridici e non alle posizioni di parte. E ha avocato a sé la sintesi finale, che comunque avverrà in tempi non certo brevi.

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Il costo delle autostrade in Europa (Corriere della Sera, 28 agosto 2018)

Ilario Lombardo spiega che potrebbe presto partire una trattativa sull’ipotesi di revoca parziale, il cui esito è tutto da capire:

Anche perché secondo Atlantia lo stralcio della concessione per la sola A10 «è infattibile». La concessione siglata tra la società e lo Stato, spiegano, «è una sola, e o la si revoca tutta o non si può fare nulla». Costo tra i 22 e i 25 miliardi. Conte ha parlato anche di «revisione inesorabile» . In questo caso a essere ridiscusso da capo dovrebbe essere il piano finanziario di Autostrade, che fissa tra l’altro i nuovi investimenti, le spese per le manutenzioni e ovviamente le tariffe da applicare.

È scaduto l’anno passato e non è stato rinnovato. L’iter al Mit non è stato ancora completato ed è qui anche che il nuovo governo potrebbe intervenire: chiedendo (o imponendo) ad Autostrade un aumento della quota di investimenti come pure una riduzione dei pedaggi, e intervenendo per ritoccare in maniera consistente la remunerazione del capitale investito dai Benetton.

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