Paola Muraro e l'incompetenza del M5S

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-05-10

L’ennesima intervista dell’ex assessora è un florilegio di improperi contro i grillini. Ma la Muraro dice anche qualcosa di interessante sulla discarica…

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Com’era prevedibile, la sedotta (dal m5S) e abbandonata Paola Muraro torna a farsi sentire per criticare la Giunta Raggi e chi è arrivato dopo di lei sulla poltrona di assessora all’ambiente del Comune di Roma. A parte la prevedibile rabbia nei confronti del MoVimento 5 Stelle per come è stata trattata, la Muraro dice cose molto interessanti riguardo il piano per i rifiuti da lei previsto e la differenza con quello di Pinuccia Montanari:

Come fa a dire che l’emergenza era prevista?
«Tutti sanno, anche i bambini, che a Roma — dove il ciclo è fragile e precario — c’è una stagionalità, ci sono dei picchi di produzione dei rifiuti, che iniziano a Pasqua per arrivare al culmine tra maggio e luglio. La capacità impiantistica della città può trattare 3mila tonnellate al giorno di indifferenziata, quindi il sistema regge se tutto funziona bene. Ma ciclicamente, proprio nel periodo di picco, gli impianti vanno in sofferenza e ne risente tutto il servizio».
Anche lei pensa al complotto?
«Dico solo che in Ama ci sono dirigenti che stanno lì da 20 anni. E che puntualmente si fanno trovare impreparati. Se si rompe un macchinario, bisogna intervenire subito, ma Ama non ha manutentori, usa ditte esterne. Facile gridare al sabotaggio. Vedrà la Procura, io non ci credo».
Non sarà pure colpa degli impianti vecchi e insufficienti?
«Se si cominciasse a lavorare seriamente sulla differenziata, basterebbero. Roma tra il 2012 e il 2016 ha ricevuto 150 milioni per aumentarla, ma è rimasta al palo. Dove sono andati a finire quei soldi? Quando una comincia a chiederselo, viene fatta fuori».

paola muraro elena di pisa
La Muraro infatti ricorda che nel piano che aveva presentato lei all’epoca era prevista una discarica di servizio: proprio quella che la Raggi e la Montanari non vogliono realizzare perché ritengono che non ce ne sia il bisogno.

Lei è stata fermata? E da chi?
«Da un sistema che vuol continuare a fare affari senza rendere conto di nulla. Sul mercato globale l’indifferenziata costa tre volte più della differenziata. Certo, dopo l’avviso di garanzia, ho scontato anche il codice etico del M5S, che però è valso solo per me».
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«Ho apprezzato la Regione che, con la determina 119/2016, aveva individuata il fabbisogno impiantistico anche di Roma Capitale. Con me l’Ama avrebbe realizzato mini-isole ecologiche, 4 impianti di compostaggio e una piccola discarica di servizio. Ma poi hanno bloccato tutto».

Leggi sull’argomento: Virginia Raggi e l’emergenza rifiuti che non c’è

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