Top e flop: le pagelle della terza serata di Sanremo 2022 di Iacopo Melio

di Iacopo Melio

Pubblicato il 2022-02-04

La terza serata di Sanremo 2022: le pagelle con i migliori e i peggiori

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Dopo una serata bella movimentata (e non sul fronte canoro…) abbiamo assistito, durante la terza tappa, a un vero e proprio tour de force con tutte le venticinque canzoni in gara lanciate una dopo l’altra, per un ripassone totale che manco io il giorno prima dell’interrogazione di matematica alle superiori, quando dovevo recuperare ogni volta mezzo programma…

Ma insomma, tornando a noi, conoscendo già i partecipanti mi concentrerò su un riassuntone degli highlights, lasciando le votazioni a stasera per i tanti attesi duetti (qui potete leggere le pagelle della prima e della seconda serata)

Top e flop: le pagelle della terza serata di Sanremo 2022 di Iacopo Melio

HIGHSNOB E HU = Si inginocchiano sul palco dopo aver ricevuto, entrambi, i fiori di Amadeus (era l’ora!) e salutano la “zia Mara” che ormai, dopo tre sere, avrà l’otite a forza di essere nominata: è chiaro come la competizione sia diventata il FantaSanremo con dentro l’intrusione di Sanremo, e Amadeus non sappia più come fingere di non sapere.

DARGEN D’AMICO = Scende dalla scalinata, porta lui i fiori a Amadeus per poi cantare attraversando tutto l’Ariston, facendolo scatenare come in discoteca: la vera dance è di Dargen, e per me, lo dico adesso, è pure il (mio) vincitore di questo Festival.

CESARE CREMONINI = Il suo medley vola in un minuto, e per i trentenni come me è come prendere in mano il cuore, un po’ coccolarlo e un po’ strapazzarlo, buttarlo a terra, saltarci sopra ma senza colpirlo, per poi raccoglierlo e stringerlo a noi dicendogli “ti voglio bene”. Possiamo farlo vincere direttamente il prossimo anno, visto che il Festivalbar Blu 2005 con “Marmellata #25” non ce lo darà più indietro nessuno? Grazie.

MICHELE BRAVI = Prima di cantare saluta Drusilla Foer e le manifesta gioia, definendola su quel palco “espressione di meritocrazia”. Un momento tenero e dolce: pochi secondi che hanno insegnano più di tanti discorsi morali di Amadeus sulle donne “belle ma anche brave mi raccomando”.

ROBERTO SAVIANO = Ricorda Falcone e Borsellino nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Menomale mamma RAI ha detto sì anche alle parole e alla voce di Roberto, sempre misurate, per narrare come solo lui sa fare una cronaca ancora attuale, purtroppo. La sua presenza, in quanto presenza, lì, fa bene. Lui è bravo come sempre, che je devi di’…

ORIETTA BERTI = Ormai pare ufficiale la sua metamorfosi in Lady Gaga e io al solo pensiero sto già volando verso un Universo parallelo dove lei, la Zanicchi, Morandi e Ranieri fanno i Ministri (la Rettore no, è troppo “giovane” per stare con loro).

GAIA GOZZI = Ottiene da Orietta un “Questo look ti dona molto”, e risponde “Detto da te è un complimento”. Cioè, detto da una donna un po’ âgé vestita da spugna su una nave da crociera. Gozzi credibile come me quando dico che mi sto stempiando per scelta.

IVA ZANICCHI = Tenta la battuta simpaticona sostenendo che Drusilla abbia “qualcosa in più di lei”, in realtà tira solo fuori il suo lato talmente boomer da essere discriminatoria. Una scenetta degna di Arcore. (Reazione di Drusilla, nel frattempo, da vera signora, mettendole la testa sulla spalla per stemperare il clima).

ACHILLE LAURO = Per impressionare tutti si presenta vestito normalmente, poi però a fine canzone si sbottona i pantaloni, li abbassa per mostrare le mutande, e vi ci infila appena la punta delle dita simulando comunque un momento di massima intimità… Tutto a posto, quindi, possiamo rilassarci.

MENZIONE SPECIALE al Cameraman che in mezzo alla serata, quando si è ritrovato a cinque metri da Cesare Cremonini, è inciampato o ha avuto una vertigine ma insomma ci ha regalato una panoramica sul soffitto dell’Ariston cadendo a terra: sappi che la tua emozione è stata quella di tutti noi.

AMADEUS = Completamente scomparso, in senso buono, stasera: le canzoni sono troppe e lo spazio a disposizione viene letteralmente rubato da Drusilla Foer, che non esce mai abbastanza ma quel che basta da sperare sempre di rivederla presto, stando con la mente occupata. Nessun appunto, quindi, per lui, ed è questa la cosa davvero bella, ricordarsi gli unici due momenti divertenti che lo riguardano: vederlo correre durante l’annuncio della Zanicchi, finalmente qualche passo indietro della co-conduttrice, e inciampare davanti alla tastierista per portarle un caffè finto. Bene così. [VOTO 6 positivo]

DRUSILLA FOER = Un minuto sul palco e conquista già tutta la serata: con la sua elegante ironia, l’aggraziata intelligenza, una disinvolta cultura e una naturale sensualità, è un fascio di luce che illumina tutta la serata e si prende anche i tempi – troppi – in cui non è presente, anche quelli delle prime due puntate, rendendo inevitabili dei confronti. Acuta e maliziosa, ma mai volgare o eccessiva. Così alta da mascherarsi da Zorro “per tranquillizzare tutti quelli che avevano paura di un uomo travestito, mi sono travestita”; così commovente da cantare la sua “Guerra” con gentilezza. Solo una parola: GRAZIE, a lei e a Amadeus per averla chiamata, ma soprattutto a lei per averlo salvato. Un po’ meno a chi l’ha fatta parlare alle una e quaranta di notte, ma noi ce ne freghiamo: la potenza del suo monologo sull’unicità di ognuno ve la spammeremo ovunque, da qui a finché ne avremo voglia. EVVIVA DRUSILLA! [VOTO 10 e lode]

LE TRE FOTO MIGLIORI:

pagelle terza serata sanremo 2022

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