Il pagamento della cassa integrazione in deroga arriva a giugno?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-10

Se un’impresa riduce o sospende l’attività a maggio, entro il mese fa domanda di Cig in deroga alla Regione. Entro il 20 di giugno la Regione la gira all’Inps che ha 10 giorni di tempo per erogare i soldi. Per le richieste in giacenza cambia poco

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“Il governo vuole vincere la sfida della riduzione degli adempimenti burocratici. Per questo introdurremo un meccanismo semplificato di erogazione della cassa in deroga”, ha annunciato il premier Giuseppe Conte. Come? Il Fatto Quotidiano spiega oggi che su 305.434 domande di Cig in deroga – quella destinata anche alle piccole imprese – decretate dalle Regioni e arrivate all’Inps, quelle autorizzate sono 207 mila ma pagate solo 57.833.

Soldi andati a 121.756 beneficiari su una platea che secondo l’Inps è composta da oltre 640 mila lavoratori, 1,3 milioni secondo la Uil. Il governo ha messo sul piatto 2,3 miliardi di euro che faticano a partire a causa del meccanismo complesso di uno strumento datato che si è incastrato nella baruffa innescata tra Inps e Regioni per colpa del modello Sr41 (che riporta il numero di lavoratori effettivamente in cassa e non solo di quelli presunti) e degli Iban che vengono riportati in modo errato dalle aziende che l’Inps è costretta a correggere. Una procedura che per dipendenti dell’Istituto avviene in smart working, allungando i tempi.

Così, in attesa di una procedura semplificata che dovrebbe basarsi sulla possibilità per la Cig in deroga di inserire il modello Sr41 in modo automatico nel flusso di dati che normalmente il datore di lavoro invia all’Inps e per la Cig ordinaria di non presentare una nuova domanda (ma solo aggiornare la precedente), chi ha chiesto la cig in deroga dovrà molto probabilmente aspettare i soldi fino a giugno. Forse sarebbe bastato dall’inizio spiegare che per questa procedura sono necessari tre mesi di lavorazione.

cassa integrazione cig in deroga
La cassa integrazione e la CIG in deroga (Il Messaggero, 10 maggio 2020)

Come documentato da Repubblica ieri, solo 6,2 milioni hanno sin qui ricevuto i soldi: 3 milioni sono senza reddito da marzo, specie tra i piccoli esercenti e le imprese del commercio e terziario. Le Regioni, a cui spetta il compito di decretare – cioè approvare – le domande delle imprese per la Cig in deroga e girarle all’Inps, puntano il dito sulle lentezze dell’Istituto di previdenza.

Secondo i dati regionali raccolti dalla Uil, ben 1,3 milioni di lavoratori attendono la Cassa in deroga. Per l’Inps sono la metà: 641 mila. Di questi appena 122 mila – uno su cinque – già pagati. L’Inps si difende dicendo che due terzi delle domande non sono complete o presentano Iban sbagliati: colpa delle Regioni e delle aziende. I sindacati, preoccupati, chiedono un incontro al presidente del Consiglio. «I ritardi accumulati per l’erogazione della Cig rischiano di depotenziare gli effetti delle misure introdotte», scrivono Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl), Carmelo Barbagallo (Uil). Anche l’anticipo della Cig in deroga via banche non ha avuto molto successo: Intesa ha anticipato 6.300 assegni e ne fa 700 al giorno. Unicredit ha ricevuto un numero di domande limitato, ma la metà è stata pagata. D’altro canto un monitoraggio completo delle erogazioni non esiste.

quanto ci perdono i dipendenti con la cassa integrazione
Quanto ci perdono i dipendenti con la cassa integrazione (fonte: Fondazione Studi Consulenti del Lavoro)

«C’è un problema di trasparenza dei dati Inps», ammette Ivana Veronese (Uil). «Giochiamo a carte coperte, non sappiamo l’effettivo tiraggio degli ammortizzatori e se le risorse in qualche caso sono finite». Alcune imprese segnalano ad esempio che da giovedì sembrano sospese le prestazioni del Fondo di integrazione salariale (Fis) che eroga l’assegno ordinario per il turismo e il commercio sopra i 5 dipendenti. Chiusi i rubinetti? Inps non chiarisce. Così come sui tempi. In epoca pre-Covid, quelli medi di giacenza di una domanda per l’assegno Fis erano altissimi: 214 giorni. Una «revisione delle procedure» era stata chiesta all’Inps un anno fa dal Civ, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto, nella relazione programmatica. Nulla si è mosso.

Il governo per il decreto Rilancio pensa invece a piccoli ritocchi, comprimendo i tempi. Se un’impresa riduce o sospende l’attività a maggio, entro il mese fa domanda di Cig in deroga alla Regione. Entro il 20 di giugno la Regione la gira all’Inps che ha 10 giorni di tempo per erogare i soldi. Per le richieste in giacenza cambia poco. «Si ipotizza anche di far allegare subito alle aziende il modello SR41 con gli Iban dei lavoratori nello stesso momento della domanda, tagliando un passaggio: in ogni caso bisogna correre», sintetizza Tania Scacchetti della Cgil.

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