“Non ci hanno fatto entrare perché siamo neri”, la denuncia di un giovane contro un locale di Thiene

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-26

Quattro giovani non sono stati fatti entrare ne “Il Clubbino”, locale in provincia di Vicenza. L’accusa è quella di razzismo, ma l’addetto alla sicurezza prova a spiegare la sua versione dei fatti

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L’accusa è quella di discriminazione all’ingresso di un locale per via del colore della pelle. La replica, invece, sostiene che la decisione di non far entrare quattro ragazzi neri all’interno de “Il Clubbino” di Thiene (in provincia di Vicenza) è stata presa per motivi di sicurezza su indicazione da parte dei gestori per alcuni episodi di violenza già accaduti all’interno di quel locale. La denuncia arriva da un giovane, 22 anni, residente a Malo che qualche giorno fa – in compagnia dei suoi amici – voleva passare la serata all’interno di quel locale. Arrivati all’ingresso, però, gli uomini addetti alla sicurezza li hanno fermati.

Thiene, giovani studenti neri respinti all’ingresso di un locale

Sui social, il 22enne ha raccontato così l’accaduto:

“È possibile nel 2022 non fare entrare un gruppo di ragazzi e ragazze di colore di sabato sera in un bar, perché alcuni altri ragazzi che noi non conosciamo, che nulla c’entrano con noi, hanno fatto casino mesi prima nello stesso locale? Ma veramente? Siamo arrivati a questo punto: deve rimetterci la brava gente, che non ha mai creato alcun disagio”.

Secondo l’accusa, dunque, si sarebbe trattato di un episodio di razzismo e discriminazione per il colore della pelle. Il giovane, infatti, spiega che il locale non avrebbe fatto accedere né lui né i suoi amici perché in precedenza altri ragazzi neri si erano resi protagonisti di danni ed episodi di tensione all’interno de “Il Clubbino” di Thiene.

Come riporta il Corriere del Veneto, il capo degli addetti alla sicurezza che lavorano (anche) per quel locale in provincia di Vicenza ha sottolineato come l’ordine sia arrivato direttamente dai proprietari. Poi ha spiegato come non ci sia del razzismo dietro a questo episodio, anche se ammette che potrebbe esserci stato un errore nel riconoscimento dei ragazzi, probabilmente scambiati per altri che si erano resi protagonisti di atteggiamenti violenti:

“Non è questione di pelle ma di sicurezza: abbiamo la facoltà di lasciare fuori chi mette in pericolo l’incolumità dei presenti, è nelle nostre possibilità, nessuna discriminazione razziale in quella birreria c’erano già stati disordini e facciamo in modo che non debbano riaccadere. Operiamo anche con le bodycam e riconosciamo chi ha creato problemi. Non escludo che possa esserci stato anche un errore di valutazione”.

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